Immaginate un palazzo dello sport con quattromila persone che sono lì a tifare per le due squadre che si incontrano. Immaginate che prima della partita ci sia un po’ di normale tensione ed eccitazione. Immaginate che inizi la gara. E cali il silenzio. Assoluto. Irreale. Solo per chi non conosce.
È quello che accadrà in alcuni eventi alla Paralimpiade di Londra, ove per la prima volta – se le previsioni saranno confermate – tutti i biglietti andranno esauriti. Nessun posto libero. Nemmeno alle gare di goalball, sport tipico degli atleti non vedenti, dove l’obbligo per il pubblico è quello di stare in completo silenzio. Ci si può chiedere: ma come è possibile? Ma è divertente? Sì! Moltissimo.
La palla è sonorizzata, i giocatori bendati per mettere tutti nelle stesse condizioni, il senso più importante è l’udito. Per chi è abituato al nostro calcio, agli ultras urlanti, ai cori e al rumore, è come farsi un bagno purificante.
Sarà esaurito anche l’Excel, il grande impianto che all’interno ha cinque arene, dove ad esempio si giocherà a boccia, con magnifici atleti che, impossibilitati a muovere il corpo fuorché la testa, proprio con quella danno la spinta alla necessaria alla boccia, dopo minuti di concentrazione e preparazione.
Chi pensa che sport così non possano essere interessanti viene smentito dalle notizie che arrivano da Londra, dove dal 29 agosto al 9 settembre si svolgeranno appunto i quattordicesimi Giochi Paralimpici: tutto esaurito. Una gran bella boccata d’ossigeno per lo sport. Era successo in altre edizioni dei Giochi Paralimpici: a Pechino nel 2008, ad esempio, i biglietti staccati furono un numero impressionante, 3,6 milioni, ma quasi la metà furono distribuiti a scuole e associazioni, con 1,82 milioni venduti a prezzi fra 30 e 80 yen (tra 4,5 e 12 euro). Qui è diverso. Perché i biglietti sono tutti a pagamento, nessun omaggio, con prezzi oscillanti fra le 45 (il costo maggiore) e le 20 (quasi il 75% dei biglietti) sterline. Sono stati già venduti quasi 1 milione e mezzo di biglietti sui 2,2 milioni disponibili e le previsioni sono di un tutto esaurito storico.
Sono numeri che fanno pensare al 1948 e alla prima competizione sportiva paralimpica: sedici persone paraplegiche a sfidarsi nel tiro con l’arco nel cortile di un ospedale.
Sono passati sessantaquattro anni e ci saranno stadi e arene piene di migliaia di persone (e diritti TV venduti in cinque continenti). Con spettatori paganti.
Che cosa è cambiato in così pochi anni? Lo sport è un grande grimaldello: ha saputo aprire le porte giuste? Viene da chiederselo, per non cadere nei disvalori che ci giungono da un modello di sport sbagliato e negativo, fra scommesse, doping, farmaci, violenza e agonismo esasperato.
Quegli impianti pieni alla Paralimpiade londinese danno speranza: chi sarà in quegli stadi, chi le guarderà in TV (RAI e Sky per l’Italia) sarà fra coloro che apriranno la strada verso un futuro migliore.