Va diffondendosi in certi ambienti l’idea che ogni intervento sull’handicap sia antieconomico, e che il cittadino con disabilità sia un “peso” e non una risorsa per la società.
Non a caso, quando si è aperta la discussione sull’articolo 18 [il riferimento è all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e al dibattito tuttora in corso sulla riforma del mercato del lavoro, N.d.R.], sono state poche le voci che hanno fatto presente come le prime vittime della libertà di licenziare sarebbero stati proprio i lavoratori con disabilità, le donne incinte, i lavoratori vicini alla pensione.
Immancabilmente, dunque, si sono visti arrivare gli effetti di questo “nuovo modo di pensare”. Alla ricerca infatti della spending rewiew [la revisione di spesa pubblica, in atto da parte del Governo Monti, N.d.R.], la fantasia italica di molti Uffici Scolastici Regionali si è scatenata nel cercare di tagliare insegnanti di sostegno, inventando nuovi limiti, variegati, per le certificazioni. Chi ha rispolverato l’idea di “disabilità uguale invalidità”, chi si è lamentato di un’eccessiva disponibilità della Magistratura rispetto alle richieste dei genitori e così via.
E questo in un contesto che sembra – attraverso i tagli ai bilanci degli Enti Locali – voler togliere motivazione ai genitori: riduzione del personale addetto all’accudienza, classi sempre più numerose, sempre meno interventi di logopedia e psicomotricità.
Di nuovo, è un colpire chi non si può difendere. Di nuovo, occorre che tutti ci mobilitiamo, per tutelare un diritto che è di una minoranza, senz’altro, ma che rappresenta l’attuazione dell’articolo 3* della Costituzione Repubblicana. Di nuovo, aspettiamo voci istituzionali forti – anche dagli Enti Locali, oltre che dal Parlamento – che dicano chiaro che l’inserimento dei bambini e dei ragazzi con disabilità nella scuola di tutti (quello previsto dalla Legge 517/77) è una ricchezza e non un limite della scuola italiana, come può testimoniare chiunque abbia studiato in questi trent’anni in una scuola pubblica con inseriti alunni disabili.
*Articolo 3 della Costituzione Italiana: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Donne e minori con disabilità: cosa dovrebbe esserci nel Terzo Programma d'Azione Nell’ampio e importante approfondimento che presentiamo oggi, Giampiero Griffo dettaglia una serie di specifiche linee di azioni che dovrebbero essere inserite nel nuovo Programma d’Azione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle…
- Per un nostro dibattito scientifico «Urge la nostra fondamentale presenza in qualità di studiosi - scrive Claudio Roberti - perché dobbiamo poter dire: “Niente su di Noi senza di Noi", anche in tale ambito». E…