Come preannunciato in occasione del sit-in di protesta del 12 giugno scorso, presso la sede di Venezia del Consiglio Regionale, la FISH del Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) promuoverà per venerdì 29 giugno una mobilitazione di protesta in tutta la Regione, per la quale – in una lettera-appello – ha invitato «tutte le associazioni ad organizzare momenti di protesta e proposta ovunque, a partire dai Comuni capoluogo: sit-in, occupazioni simboliche, incontri con i Sindaci, conferenze stampa e volantinaggi per informare l’opinione pubblica e invitare alla partecipazione le persone interessate e le famiglie».
Ma quali sono le ragioni di questa protesta generalizzata? Lo spiega bene ancora il messaggio della Federazione: «Ci sono persone con patologie croniche che hanno bisogno di fisioterapia quotidiana, che sono in lista d’attesa da anni, che non hanno servizi riabilitativi o ai quali vengono tagliati quelli esistenti; ci sono giovani disabili a cui viene precluso l’accesso alle attività educative e riabilitative presso i Centri Diurni; ci sono persone in situazione di gravità a cui i Distretti lesinano l’intervento infermieristico. Ci sono persone che vivono in comunità residenziali e che non possono permettersi altro che di sopravvivere. Ci sono persone che non ricevono l’assistenza di cui hanno bisogno, studenti senza il servizio di trasporto, studenti senza il sostegno necessario, progetti di Vita Indipendente o di aiuto personale inadeguati e, non va mai dimenticato, pensioni da fame e assegni di accompagnamento senza aumenti da vent’anni. La maggior parte di noi non riesce ad entrare nel mercato del lavoro e vive di quel poco che lo Stato gli passa. Cosa volete ancora da noi e dalle nostre famiglie? Ecco perché protestiamo».
«Chiediamo ai Comuni – prosegue la nota – di far fronte agli obblighi previsti dalla legge, ma anche di protestare insieme a noi contro le inadempienze della Regione Veneto in materia di disabilità e di non autosufficienza, cioè di diritti umani. Il nostro civile Paese non deve più continuare a ignorarli, crisi o non crisi. Esistiamo! Siamo titolari di diritti e non solo “materia prima” per gli operatori del settore. Nessuno deve calpestare la nostra dignità. Protestiamo e denunciamo le tante umiliazioni quotidiane a cui siamo sottoposti. È arrivato il momento di reagire, di dire basta, di gridare: “Finitela”! Finitela di parlare di sostegni alle persone disabili e alle famiglie per poi, subito dopo, tagliare i servizi per noi vitali. Finitela di “tassare la disabilità”, di nascondervi dietro il paravento della crisi e della mancanza di finanziamenti. Finitela di giocare “allo scaricabarile” e assumetevi le vostre responsabilità. Tagliate dove è doveroso e fatelo alla svelta».
La parte finale del documento della FISH del Veneto è dedicata poi ad alcune precise richieste, vale a dire «l’aumento dei finanziamenti destinati alle politiche sociali dei Comuni e al Fondo per la Non Autosufficienza; una vera politica per la domiciliarità, con i piani individuali previsti dalla legge, il rilancio dei programmi di assistenza per la Vita Indipendente e per l’Aiuto Personale, nuovi servizi diurni e nuove strutture sul territorio per la riabilitazione; un sostegno concreto alle persone che vivono in comunità, l’adeguamento delle quote sanitarie e il supporto alla nascita di residenze su un modello “familiare”; il potenziamento delle Unità Spinali Unipolari; una nuova regolamentazione dell’assistenza protesica».
Tra le iniziative locali già segnalate, vi è ad esempio quella di Padova, che il 29 giugno si concretizzerà in un sit-in nell’atrio della sede dell’ULSS 16 (Via degli Scrovegni, 14, ore 11). A tal proposito, in una nota del Movimento per la Vita Indipendente di Padova, si legge che «oltre ad aderire alla mobilitazione regionale e ad appoggiare le richieste da essa espresse, intendiamo in particolare porre in evidenza i problemi che ancora incontriamo nell’erogazione dei finanziamenti, relativi ai Progetti di Vita Indipendente e Aiuto Personale e alla Famiglia, da parte dell’ULSS 16 di Padova».
«A fine giugno 2012 – viene infatti spiegato nel comunicato -, le persone con grave disabilità che usufruiscono dei finanziamenti relativi all’assistenza per la Vita Indipendente e per il sostegno alla persona e alla famiglia, non conoscono ancora l’entità del finanziamento per l’anno 2012 e hanno ricevuto, con quasi due mesi di ritardo, il primo acconto che, secondo il regolamento approvato di comune accordo con l’ULSS 16 circa tre anni fa, avrebbero dovuto ricevere già ai primi di maggio. Nei numerosi incontri avuti da alcuni nostri rappresentanti con il Direttore dei Servizi Sociali dell’ULSS 16, la dirigente della Direzione Socio-Sanitaria e la Responsabile Unità Operativa Disabilità Adulti avevano assicurato che quando il regolamento fosse andato a regime questi ritardi non ci sarebbero più stati, ma queste promesse sono state sempre disattese!».
«Questi ritardi – concludono i rappresentanti del Movimento per la Vita Indipendente di Padova – costringono le persone con grave disabilità e le loro famiglie ad anticipare lo stipendio agli assistenti personali e talora ad aprire addirittura un mutuo. In alcuni casi, dunque, l’unica alternativa per queste persone è quella di essere istituzionalizzate, ciò che per altro comporta – com’è ben noto – un maggiore costo di gestione da parte dell’ULSS». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: FISH del Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), tel. 045 8010436, fishveneto@libero.it.
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