Mai rinunciare al diritto alla mobilità

La “miccia” che ha riaperto l’irrisolta questione dei trasporti pubblici accessibili alle persone con disabilità, nella Provincia di Lucca, è stato il soggiorno di cure di una donna bresciana che si muove in carrozzina. La diffida di un legale esperto del settore e il sostegno di un’Associazione locale hanno fatto il resto e così il primo passo è stato positivamente compiuto

Giovane in carrozzina a fianco di un autobus non accessibileQualche anno fa – come si può vedere qui a fianco anche dall’elenco degli Articoli correlati – ci eravamo già ampiamente occupati della situazione dei trasporti nella Provincia di Lucca, dopo la segnalazione di un Lettore di Lido di Camaiore. «Autobus accessibili – avevamo scritto nel 2009 -, ma fermate non omologate e quindi niente da fare per le persone in carrozzina che volessero utilizzare gli autobus pubblici nella Provincia di Lucca. Qualcosa è successo, con l’omologazione, “qua e là”, di alcune fermate a Viareggio. Il problema, però, è tutt’altro che risolto, dal momento che i cittadini con disabilità sono ancora costretti a salire e a scendere dove qualcun altro ha deciso e quasi mai dove vorrebbero…».

Ebbene, succede che tre anni dopo, a innescare una nuova “miccia” sulla questione sia stata una donna bresciana con disabilità, Tiziana Treccani, ottenendo, grazie anche al fondamentale supporto dell’avvocato Francesco Trebeschi – firma spesso presente sulle pagine del nostro sito – e della UILDM della Versilia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), risultati in parte inattesi.
In sostanza, già all’inizio di gennaio, Tiziana Treccani aveva preso contatti con la Società CLAP (Servizi di Mobilità a Lucca e Provincia), per sapere – dovendo recarsi per un periodo di cura all’Istituto Don Gnocchi di Marina di Massa – se la linea di pullman Marina di Pietrasanta-Marina di Massa fosse attrezzata per il trasporto di una persona, come lei, che si muove in carrozzina.
Qualche giorno dopo era arrivata la risposta dalla Società, ove si affermava che, «pur avendo sulla linea anche autobus con la pedana per le carrozzelle, gli enti non si sono mai impegnati a fondo affinché ci fossero le fermate omologate alla salita/discesa mediante pedane; poiché per ragioni di sicurezza gli autisti sono autorizzati a salire/scendere le carrozzelle solo in corrispondenza di fermate omologate, tra Marina di Massa e Marina di Pietrasanta c’è solo la fermata capolinea di Forte dei Marmi (Via Pascoli)».
Treccani aveva quindi subito scritto alla Provincia di Lucca – senza ottenere alcun riscontro -, chiedendo un intervento, per far sì che il diritto alla mobilità delle persone disabili venisse pienamente rispettato. Si era poi rivolta all’avvocato Trebeschi, che nel marzo successivo aveva provveduto a diffidare la CLAP, la Provincia di Lucca, il Comune di Pietrasanta e quello di Massa, basando il proprio intervento su una serie di ben noti riferimenti legislativi.
Innanzitutto l’articolo 26 (Mobilità e trasporti collettivi) della Legge 104/92, ove si prevede il diritto delle persone con disabilità di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo, alle stesse condizioni degli altri Cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati, o di servizi alternativi.
Quindi, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, che all’articolo 9 (Accessibilità), «al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita», impone di adottare «misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso […] ai trasporti», estendendo anche agli «organismi privati, che forniscono strutture e servizi aperti o forniti al pubblico» l’obbligo di «tenere conto di tutti gli aspetti dell’accessibilità per le persone con disabilità». E in ogni caso, all’articolo 3, la stessa Convenzione vieta ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità.
E ancora, naturalmente, l’articolo 3 della Costituzione Italiana, che garantisce l’uguaglianza fra tutte le persone, senza nemmeno dimenticare il divieto di discriminazione sancito dall’articolo 2 della Legge 67/06, in base al quale si ravvisa un atto di discriminazione indiretta, quando «una disposizione, un criterio, una prassi, un atto o un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone».
Una fattispecie, quest’ultima, ampiamente riconosciuta dalla giurisprudenza e in particolare dai Tribunali di Roma, Torino, Milano, che nei mesi scorsi hanno sentenziato con estrema chiarezza – come abbiamo di volta in volta riferito – sull’obbligo di garantire alle persone con disabilità la possibilità di circolare utilizzando i mezzi pubblici, laddove manchi la piena accessibilità dei mezzi stessi o delle fermate.

Potere di quella diffida: rapidamente, infatti, le parti in causa si sono attivate, mettendo a norma le fermate in località Fiumetta di Marina di Pietrasanta e in Viale delle Pinete, prossime al Don Gnocchi di Marina di Massa, mentre il Comune di Pietrasanta ha anche attivato un servizio sostitutivo, resosi necessario fino alla conclusione dei lavori di rifacimento di uno dei marciapiedi interessati.
Resta per altro in piedi l’accusa di discriminazione, in riferimento alla richiesta avanzata successivamente da parte della CLAP a Tiziana Treccani, di «indicare gli orari  in cui intendeva viaggiare, per essere certi di mettere in linea una vettura con la pedana», dal momento che secondo la normativa, i vecchi mezzi circolanti avrebbero già dovuto essere sostituiti da quelli nuovi, fruibili da tutti.

La UILDM della Versilia – che come detto, ha sostenuto con forza tale azione – si è impegnata dal canto suo a sollecitare gli Enti preposti affinché, nel più breve tempo possibile, tutte le fermate  siano messe a norma.
L’Associazione ha inoltre rivolto l’invito alle persone con disabilità a non rinunciare al loro diritto alla mobilità e a richiedere a loro volta la messa a norma delle fermate  nei luoghi di loro interesse. In caso poi che questo non avvenga, ha messo a disposizione un legale, per farsi carico di tutelare il loro diritto alla non discriminazione. (S.B.)

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