Quei (disse)Stati Generali del Sociale e della Famiglia

di Roma Soc!al Pr!de*
Così si chiama anche un dossier del Roma Soc!al Pr!de - rete di persone, enti e istituzioni, provenienti dal volontariato, dalla cooperazione sociale e dall’associazionismo, impegnati nella ricerca, nel lavoro sociale e nell’amministrazione della Capitale - che si rifà ai recenti “Stati Generali del Sociale e della Famiglia”. E ben volentieri diamo spazio allo stesso Roma Soc!al Pr!de, per un’ampia riflessione su quell’evento
Proteste a Roma, il 27 giugno 2012, in occasione degli Stati Gen
Un’immagine delle proteste del 27 giugno a Roma, in occasione degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia

A pochi giorni dalla conclusione degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia, promossi da Roma Capitale [27-29 giugno, N.d.R.], si può trarre un primo bilancio dal punto di vista delle organizzazioni e degli operatori che nel sociale sono immersi quotidianamente da anni.
Il primo dato eclatante di questo evento è che un operatore sociale, dirigente di un’importante associazione che da anni interviene nella promozione di attività ludico-formative per i bambini [Claudio Tosi, presidente dell’Associazione CEMEA (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva), N.d.R.], si è fatto una notte in galera ed è stato processato per direttissima solo per essersi distinto come voce critica, distribuendo volantini all’ingresso dell’Auditorium. Dal processo è uscito assolto perché «il fatto non sussiste», ma rimane tutta intera l’enormità della reazione ad una gentile dimostrazione di dissenso.

L’altro dato eclatante immediatamente legato a questo è stato l’enorme dispiegamento di forze dell’ordine che ha fatto parlare di “città blindata”. Forse per i nostalgici di altri regimi non sarà poi così grave vedere blindati ad ogni angolo di strada, con poliziotti schierati come se dovessero affrontare chissà quale guerriglia urbana, ma per la coscienza civile e democratica della maggioranza dei romani la militarizzazione  di un evento istituzionale rimane sempre uno strappo grave all’esercizio democratico.
La responsabilità di chi ha voluto trasformare un momento di confronto sulla condizione sociale dei Cittadini romani in una sceneggiatura da “strategia della tensione” tradisce la povertà dei contenuti al centro della discussione e soprattutto la distanza siderale tra questi e le forme che hanno caratterizzato la gestione del Convegno.
Non può esistere nessuna “benedizione sacerdotale” a una discussione pubblica, se questa avviene in un clima di intimidazione e repressione del dissenso. E del resto che gli Stati Generali non nascessero sotto buoni auspici, si era capito dal percorso di preparazione che aveva visto l’esclusione sistematica di tutte le voci non compiacenti alle politiche capitoline degli ultimi anni.
La presenza di alcuni esponenti rispettabili del sociale, prevalentemente del mondo cattolico, nulla toglie alla macchia originaria di un percorso organizzativo non pensato per ascoltare e condividere, ma solo per propagandare e il tentativo reiterato di dividere il Terzo Settore in un “volontariato buono” di stampo cattolico e in un restante mondo non cattolico da escludere dal confronto e ridimensionare nelle attività, è l’altra faccia di un’operazione politica di infimo spessore morale e culturale.
Il Terzo Settore, con tutti i suoi limiti, lavora sulle cose e non si divide sulle ideologie o sul credo religioso. Se il sindaco di Roma Alemanno non se n’è ancora accorto. sta solo certificando la sua grave miopia nel campo delle politiche sociali.

Sui contenuti, al di là della riproposizione della famiglia come centro di gravità del sociale e delle invettive contro i tagli del Governo, si è sentito ben poco. Si è trattato quindi di un’occasione persa per la città per fare i conti seriamente sugli errori e sui limiti di modelli di welfare locale che andrebbero rivisitati a partire dai vissuti e dai saperi accumulati da chi lavora nel sociale da anni, dai contributi critici del mondo accademico e sottoposti al vaglio dei Cittadini che beneficiano dei servizi.
La strada scelta è stata invece quella del “convegno-passerella” blindato e precotto. Una scelta scellerata, questa, in considerazione della gravità della situazione per le fasce disagiate, del pesante arretramento del sistema dei servizi sociali registrato a Roma negli ultimi anni, in virtù dei tagli degli ultimi Governi e delle improvvisazioni sconclusionate della Giunta Alemanno.
Verificato l’ulteriore fallimento delle iniziative di questa Giunta comunale, pensiamo sia utile costruire un percorso ben più strutturato, partecipato e ampio, che sappia rielaborare una progettualità condivisa sul futuro della nostra città.
Crediamo cioè che sia utile e necessario – anche a partire dalle considerazioni sul bilancio di Roma Capitale, contenute nel dossier di Roma Soc!al Pr!de intitolato I DisseStati Generali del Sociale e della Famiglia -, ripensare le politiche sociali, le politiche di welfare, in senso non assistenzialista, ma rivolte al benessere dei Cittadini e al miglioramento delle condizioni di vita di tutti.
È indispensabile ricostruire un percorso collettivo che sappia opporsi agli ulteriori tagli alla spesa sociale e allo stesso tempo sia in grado di coinvolgere le reti del lavoro sociale, i movimenti, i Cittadini e le Istituzioni locali in un dibattito cittadino che sappia elaborare un nuovo piano di politiche sociali, inclusivo e innovativo.
Per poter inventare la rotta, per poter cambiare, per affermare la centralità delle politiche sociali come motore dello sviluppo della società, c’è un enorme bisogno di nuovo protagonismo delle persone.
Un primo incontro preparatorio di questo nuovo percorso, che dovrà attraversare i territori della città di Roma, lo si avrà mercoledì 18 luglio (Sede del CESV – Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio, Via Liberiana, 17, ore 16). (Roma Soc!al Pr!de)

Rete di persone, enti e istituzioni, provenienti dal volontariato, dalla cooperazione sociale, dall’associazionismo, impegnati nella ricerca, nel lavoro sociale, nell’amministrazione della città di Roma.

Per ulteriori informazioni: romasocialpride@gmail.com.

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