Come avevamo riferito nei giorni scorsi, il 26 giugno l’Assemblea Legislativa delle Marche, insieme all’Ombudsman della Regione (Autorità per la Garanzia dei Diritti degli Adulti e dei Bambini) e alla Consulta Regionale della Disabilità, ha convocato una conferenza stampa, sul tema delle barriere architettoniche, per invitare tutti i livelli istituzionali ad affrontare concretamente il problema.
Per l’occasione, i vari interlocutori hanno ribadito la necessità di rispettate le normative esistenti e in particolare – oltre alla Legge Regionale delle Marche 52/90 – la Legge Nazionale 41/86 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), ove all’articolo 32 (comma 21 e comma 22), si scriveva: «21. Per gli edifici pubblici già esistenti non ancora adeguati alle prescrizioni del decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1978, numero 384, dovranno essere adottati da parte delle Amministrazioni competenti piani di eliminazione delle barriere architettoniche [PEBA, N.d.R.] entro un anno dalla entrata in vigore della presente legge. 22. Per gli interventi di competenza dei comuni e delle province, trascorso il termine previsto dal precedente comma 21, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano nominano un commissario per l’adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche presso ciascuna amministrazione».
«Dalla conferenza stampa del 26 giugno e dai resoconti giornalistici – viene rilevato a tal proposito dalla Cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni, da tempo impegnata su queste tematiche, come si è anche potuto leggere sulle pagine di questo sito – sembra che, su questa tematica delle barriere architettoniche, la Regione Marche sia la “parte offesa”, incentrando tutte le responsabilità sui Comuni. Noi invece vogliamo ricordare che anche la Regione Marche ha degli obblighi, come prescrive sia la Legge Nazionale 46/86, che la Legge Regionale 52/90, il cui articolo 5 (commi 2, 3 e 4) è chiarissimo: «2. La giunta regionale provvede a richiedere alle amministrazioni comunali e provinciali copia dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici e delle opere in loro possesso, già esistenti alla data di entrata in vigore della legge 28 febbraio 1986, n. 41. 3. La giunta regionale provvede, ai sensi del comma 22 dell’articolo 32 della citata legge 41/1986, alla nomina dei commissari per l’adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche. 4. La giunta regionale presenta al consiglio per l’approvazione il piano di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici regionali ad uso pubblico».
«Come ente pubblico territoriale – proseguono dunque gli esponenti dell’Associazione Coscioni – anche la Regione Marche avrebbe dovuto adottare i PEBA per le strutture di sua competenza, quali le proprie sedi, tutte le strutture sanitarie pubbliche (ospedali ecc.), mentre ci risulta che questo atto non sia stato ancora adottato. Inoltre, sempre secondo la normativa sopra richiamata, la Regione doveva anche eseguire un’opera di controllo e di verifica verso i Comuni e le Province delle Marche, per verificare l’adozione dei PEBA ed eventualmente nominare un commissario ad hoc per l’adozione di essi, ma anche in questo caso ci risulta che la Regione non abbia adempiuto agli obblighi di legge».
Va segnalato, infine, che nel mese di maggio scorso il consigliere regionale Adriano Cardogna ha presentato un’Interrogazione proprio sull’attuazione dei PEBA nella Regione, che l’Associazione Coscioni, ribadendo la necessità di ottenere dalla Regione Marche «risposte convincenti per la tutela dei diritti dei disabili», chiede sia «discussa al più presto in Consiglio Regionale». (S.B.)
Ringraziamo per la segnalazione Roberto Zazzetti.
Per ulteriori informazioni: Cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni (Renato Biondini), biondinirenato@alice.it.
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