Come spiega Marco Espa, componente della Commissione Sanità e Politiche Sociali nel Consiglio Regionale della Sardegna, un articolo del Disegno di Legge n. 385, proposto dalla Giunta Regionale dell’Isola e dalla maggioranza che la sostiene, «prevedeva quasi la triplicazione dei posti di ricovero nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) per persone non autosufficienti. In cifre, si sarebbe passati dagli attuali 1.650 posti, più che sufficienti a garantire chi non ha alternative, a più di 4.000».
«Un vero e proprio ritorno al passato – secondo Espa – con la possibile istituzionalizzazione di tante persone con grave e gravissima disabilità e con una spesa pubblica quasi triplicata di 40.000 euro annui a persona contro il massimo dei 14.000 euro attuali, secondo i piani personalizzati riferiti alla Legge 162/98. E anche un intervento contro tutte le politiche attuate ormai da anni in Sardegna, all’insegna del diritto di tutti di vivere il più possibile nella propria famiglia e comunità, in qualunque situazione si trovi».
«Teniamo conto infine – conclude il Consigliere Regionale – che molti degli attuali 1.650 posti nelle RSA sono vuoti e che in questi anni la mentalità delle famiglie è molto cambiata».
Insieme dunque ad altri Consiglieri, Espa si è opposto con determinazione al provvedimento, parlando di diritti umani, ma fornendo anche dettagliate considerazioni finanziarie, supportate dalle relative cifre. Ed è notizia di ieri che in Commissione Sanità l’Assessore del settore e la maggioranza hanno annunciato di voler condividere l’emendamento soppressivo degli articoli 7 e 8 del Disegno di Legge n. 385.
Un ottimo risultato, quindi, contro l’istituzionalizzazione e la “segregazione” delle persone con disabilità. (S.B.)