Si è tenuta il 26 giugno scorso a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, una conferenza organizzata dalla COFACE (Confederazione delle Organizzazione di Famiglie con Persone Disabili dell’Unione Europea), sul tema Conciliazione, lavoro e presa in carico familiare: una sfida per i familiari assistenti in Europa, alla quale ha partecipato attivamente anche l’associazione italiana Co.Fa.As. “Clelia” (Coordinamento Familiari Assistenti “Clelia”) Co.Fa.As.”Clelia ha partecipato attivamente.
Obiettivo dell’evento è stato sostanzialmente quello di dare visibilità a tutte le persone che nell’ombra eseguono in silenzio il lavoro di assistenza, mettendo spesso in pericolo la propria stessa salute e la vita personale. «In particolare – spiega Anna Maria Comito, presidente di Co.Fa.As. “Clelia” – con questa conferenza si è voluto incoraggiare e stimolare la messa in atto di politiche globali, chiedendo agli Stati Membri di non operare tagli sui fondi dedicati all’assistenza, perché sono deleteri per la qualità della presa in carico e della vita delle persone non autosufficienti. Si è chiesto invece di investire nella creazione di strutture e di servizi di prossimità di qualità che permetterebbero alle famiglie una reale scelta per conciliare la vita professionale e quella familiare».
Oggi, per citare qualche dato, si valuta che l’80% delle ore di presa in carico delle persone non autosufficienti venga erogato gratuitamente da un familiare. Queste ore trascorse per la cura di un congiunto non possono essere dedicate al lavoro remunerato, all’inclusione sociale e al diritto alla previdenza sociale. Appare dunque necessario far cambiare urgentemente le mentalità e riflettere sui problemi dell’isolamento, della solitudine e della povertà alla quale vanno incontro i familiari assistenti.
A Bruxelles COFACE e l’Unapei – Federazione di Associazioni Francesi che rappresentano e tutelano le persone con disabilità intellettiva e i loro familiari – hanno presentato i risultati del Progetto Grundtvig denominato L’autovalutazione dei bisogni espressi dai familiari assistenti: un punto di partenza per ottenere degli aiuti.
Successivamente è stata consegnata a Marian Harkin, europarlamentare presidente del Gruppo sui Familiari Assistenti, una Raccomandazione redatta dai vari partner del medesimo Progetto Grundtvig, che ha ripreso anche una serie di punti di quella predisposta in Italia, nel novembre del 2011, da Co.Fa.As. Clelia.
Ultima, ma non certo ultima, va segnalata l’azione di pressione che COFACE sta sin d’ora esercitando, presso la Commissione Europea, affinché il 2014 – anno in cui le Nazioni Unite celebreranno il ventesimo anniversario dell’Anno Internazionale della Famiglia – venga proclamato come “Anno Europeo della Conciliazione della Vita Professionale e familiare”. (S.B.)
Co.Fa.As. “Clelia” ONLUS (Coordinamento Familiari Assistenti “Clelia”) si costituisce nel 2008 come Associazione, basandosi su un piccolo gruppo di familiari assistenti, già molto attivo dal 1979, che si è battuto anche per il diritto di lavorare e di conciliare la vita professionale con la cura dei propri figli disabili gravissimi.
Le battaglie condotte con fermezza si sono tradotte soprattutto nella promozione dell’articolo 33 della Legge 104/92 (tre giorni di permessi mensili pagati e l’avvicinamento del posto di lavoro al domicilio) e dell’articolo 80 della Legge 388/00, sul diritto di usufruire di due anni di prepensionamento o di congedi frazionati. È stato questo il primo passo verso l’obiettivo del riconoscimento giuridico del lavoro di cura del familiare assistente.
In seguito poi alla diffusione in tutta Europa del movimento dei familiari assistenti (caregivers), finalizzato appunto al riconoscimento giuridico del lavoro di cura ai congiunti disabili, COFACE, presieduta dal 1998 da Anna Maria Comito, attuale presidente di Co.Fa.As. “Clelia”, ha redatto nel 2007 la Carta Europea del Familiare Assistente, presentata alle principali autorità nazionali e internazionali, nonché alla Commissione, al Parlamento e al Consiglio dell’Unione Europea. In molti Stati (ad esempio Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Spagna), alcuni punti di tale documento sono stati inseriti nella legislazione, come supporto alle famiglie coinvolte.Questi gli obiettivi che si intende promuovere a tutti i livelli:
– rafforzamento della visibilità del ruolo dei familiari assistenti;
– sensibilizzazione delle Istituzioni, particolarmente di quelle con funzioni legislative, sindacali e governative, nei confronti del lavoro di cura;
– messa in atto di misure di supporto (sociali, economiche, giuridiche e sanitarie), volte a migliorare la qualità di vita del familiare assistente e della persona assistita;
– sviluppo di reti di servizi di sollievo, di informazioni, formazione e sostegno al familiare assistente e al suo entourage;
– attuazione dei dieci punti contenuti nella Carta Europea redatta da COFACE-Handicap e parte integrante dello Statuto di Co.Fa.As. “Clelia”;
– sensibilizzazione e formazione degli operatori sui bisogni reali dei familiari assistenti;
– difesa degli interessi dei familiari assistenti nel settore dell’occupazione, del mantenimento del posto di lavoro (part-time, flessibilità), della protezione sociale, del prepensionamento, del riconoscimento del lavoro di cura come crediti formativi ecc.;
– attuazione della Convenzionedelle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie.Il 25 novembre 2011, poi, in occasione di un convegno a Roma, è stata presentata la Raccomandazione in favore del riconoscimento giuridico del lavoro di cura del familiare assistente.
Da segnalare infine che Co.Fa.As. “Clelia” collabora con le numerose associazioni di familiari assistenti nate in tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea e anche negli Stati Uniti.
Per ulteriori informazioni: tel. 06 37519402, info@cofaasclelia.it e cofaas.clelia@alice.it.