«Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la decisione del vostro Governo di ristrutturare l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e di tagliare il budget ad esso destinato».
Dopo l’analogo appello lanciato in luglio da numerose sigle dell’associazionismo italiano, tra cui la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), tutte impegnate nell’affermazione dei diritti e della dignità delle persone e contro ogni violenza e discriminazione, che negli ultimi tre anni hanno condiviso un percorso di crescita, di conoscenza reciproca e di condivisione di obiettivi, guardando all’UNAR come a un importante punto di riferimento, arriva questa volta dall’estero una lettera indirizzata al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, che fa anche riferimento alla Direttiva del Consiglio d’Europa 2000/43/EC (Council Directive 2000/43/EC of 29 June 2000 implementing the principle of equal treatment between persons irrespective of racial or ethnic origin), sulla necessità di implementare i pari diritti tra tutte le persone. «L’articolo 13 di quella Direttiva – si legge infatti nel messaggio – chiede agli Stati Membri dell’Unione Europea di avviare specifici organismi, utili a promuovere il pari trattamento e a combattere ogni discriminazione, basata sulla razza o sull’origine etnica. Si tratta di strutture estremamente importanti per implementare le leggi antidiscriminatorie, per dare sostegno alle vittime di discriminazioni e per coordinare il lavoro dei Governi e di altri organismi statali in direzione dell’uguaglianza».
Sono quattro organizzazioni assai significative e rappresentative di molti milioni di Cittadini europei, quelle che firmano la lettera. Si tratta infatti dell’EDF (European Disability Forum), dell’ENAR (European Network Against Racism), dell’EWL (European Women’s Lobby) e di AGE Platform Europe, ovvero delle principali Federazioni continentali impegnate rispettivamente sul fronte della disabilità, della lotta al razzismo, dei diritti delle donne e di quelli delle persone anziane.
«Durante gli ultimi dieci anni – si scrive ancora – l’UNAR ha giocato un ruolo molto importante per l’applicazione concreta, in Italia, della Direttiva Europea sull’uguaglianza, diffondendo buone prassi, sostenendo persone vittime di discriminazioni e creando nuove occasioni di dialogo e positive opportunità per la società italiana». «Possiamo capire – si aggiunge – che in questa grave fase di crisi economica e finanziaria, il vostro Governo debba rivedere i criteri della spesa pubblica e tuttavia un ridimensionamento dell’UNAR rischia di avere un grave impatto sulle capacità dell’Ufficio di continuare le proprie attività, ciò che può ripercuotersi negativamente sulle pari opportunità di tante persone che già stanno pagando fortemente la crisi, a causa della riduzione dei loro redditi, delle pensioni, dei servizi di sostegno e delle opportunità di lavoro, senza parlare dell’aumento di comportamenti discriminatori e di attacchi xenofobi».
«Chiediamo quindi al Governo Italiano – conclude la lettera, firmata da Carlotta Besozzi, direttore dell’EDF, Michael Privot, direttore dell’ENAR, Sonja Lokar, presidente dell’EWL e Anne-Sophie Parent, segretario generale di AGE Platform Europe – di assumersi la responsabilità di non ridimensionare l’UNAR e di mantenere la tutela e le pari opportunità per tutte le persone che vivono e lavorano in Italia». (S.B.)