Piccoli, grandi passi di civiltà

Lo costituisce certamente il traguardo raggiunto in luglio da una giovane donna con sindrome di Down, felicemente laureatasi in Economia e Commercio all’Università di Cassino, nel Lazio. Un bel risultato e un plauso anche all’Ateneo dove Chiara ha compiuto il suo percorso di laurea, con l’auspicio di poter raccontare, in futuro, sempre più storie simili a questa
Chiara Birilli
La neodottoressa in Economia e Commercio Chiara Birilli

«Lo avevamo detto anche nello spot della Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down: queste ultime possono lavorare, laurearsi, possono… Non tutti, sarebbe troppo bello, ma bisogna credere nelle loro potenzialità e dar loro le giuste opportunità».
Sono parole del tutto condivisibili, quelle di Sergio Silvestre, coordinatore di CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), per chi, su queste stesse pagine, ha più volte dato spazio – tra tante altre – alla storia di Pablo Pineda, spagnolo con sindrome di Down, docente di Educazione Speciale all’Università di Malaga.
Ed è una bella storia, questa volta tutta italiana, anche quella di Chiara Birilli, ventiseienne con sindrome di Down, laureatasi nel luglio scorso in Economia e Commercio all’Università di Cassino, nel Lazio, discutendo in modo brillante una tesi dedicata all’interessante tema Il valore di un corretto posizionamento di marca nel tempo: i casi Coca Cola e Nutella, studio giudicato «di profilo qualitativo molto alto» dal relatore Marcello Sansone.

Ora Chiara – che pur in assenza di “censimenti” sicuri, non esitiamo a definire come una tra le poche persone con sindrome di Down ad avere raggiunto in Italia il traguardo della laurea – conta e spera di trovare un lavoro in un’azienda, per occuparsi di marketing e mettere a frutto le conoscenze acquisite.
«Il nostro Ateneo – ha dichiarato il rettore dell’Università di Cassino Ciro Attaianese – da sempre si è contraddistinto e lavora per fare in modo che le disabilità non siano diversità. Noi proviamo a venire incontro a tutti, affinché tutti possano raggiungere gli stessi risultati. È questo un elemento di grande civiltà».
Condividiamo naturalmente anche queste parole, auspicando che vengano sempre confermate dai fatti, anche da tutte le altre Università del nostro Paese. E ci auguriamo anche di poter raccontare sempre storie come quella di Chiara, senza più doverci occupare in futuro di quanto accaduto a Rosanna, giovane pugliese con grave disabilità, alla quale, invece, qualche tempo fa, era stata negata l’iscrizione, alla luce dell’eccessivo costo del sistema di insegnamento a lei necessario. (S.B.)

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