Era il 4 giugno 1998, quando venne prodotta la Raccomandazione del Consiglio Europeo 98/376/CE, dedicata al contrassegno europeo di parcheggio per disabili, l’ormai celebre CUDE.
Quattordici anni sono passati, tante multe sono arrivate a Cittadini italiani all’estero, e altrettante “battaglie” dentro e fuori il Parlamento sono state condotte. Le abbiamo seguite anno dopo anno – come si può ben vedere dall’elenco dei testi (nemmeno tutti), pubblicati su queste pagine – e in particolare quelle dell’Associazione Luca Coscioni e dei deputati radicali.
Finalmente, quasi increduli, nel giugno scorso avevamo potuto dare la notizia che il Consiglio dei Ministri aveva dato il via libera, per risolvere l’annosa questione del mancato adeguamento, da parte dell’Italia, al contrassegno europeo delle persone con disabilità. «Mancava solo la Gazzetta Ufficiale», avevamo scritto.
E così, quasi scaramanticamente, avevamo scelto di non riferire nemmeno della firma del relativo Decreto, avvenuta il 30 luglio, da parte del Presidente della Repubblica, preferendo consultare attentamente, giorno dopo giorno, ogni parte delle varie Gazzette Ufficiali.
Un altro mese di attesa e alla fine, il 31 agosto, è arrivata la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 203, del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR), 30 luglio 2012, n. 151, Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, concernente il regolamento di esecuzione e attuazione del Nuovo codice della strada, in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide.
Quattordici anni, dunque, e ora ancora dodici giorni di attesa – una vera sciocchezza, al confronto – per far sì che il testo entri in vigore (dal 15 settembre, appunto).
Ma cosa dovrà succedere a partire da quella data? Che tutti i Comuni del nostro Paese – pur avendo ancora un tempo massimo di tre anni, per sostituire i contrassegni rilasciati secondo il vecchio modello (il ben noto “tagliando arancione”) – d’ora in poi dovranno rilasciare i nuovi permessi secondo il modello europeo (il nuovo “tagliando azzurro” CUDE). Non solo: gli stessi titolari dei permessi in corso di validità avranno diritto infatti a chiederne subito la sostituzione, nel caso intendano recarsi in un Paese dell’Unione Europea. (S.B.)