Il difficile mestiere di genitore

a cura di Massimiliano Penna*
Da una parte genitori di bambini ipovedenti o non vedenti, dall’altra giovani con disabilità visiva che vogliono avere un figlio: a questi due gruppi si è rivolto il progetto formativo “Mamma o non mamma. Il difficile mestiere di genitori”, iniziativa dall’ottima riuscita, organizzata qualche mese fa dal Consiglio Regionale Lombardo dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)

Due genitori con il loro bimboHanno avuto un ottimo esito gli incontri formativi previsti nell’ambito del progetto denominato Mamma o non mamma. Il difficile mestiere di genitori, svoltisi qualche mese fa (5, 12 e 19 maggio) presso la sede regionale lombarda e nella Sezione di Brescia dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). L’iniziativa è stata organizzata dal Consiglio Regionale Lombardo della stessa UICI, in collaborazione con il Forum della Solidarietà Lombardia e Vision ONLUS, e grazie al cofinanziamento della Regione.
Due sono stati i moduli sviluppati nelle tre giornate di lavoro, rivolti rispettivamente ai genitori di bambini affetti da disabilità visiva e a giovani non vedenti e ipovedenti, interessati ad approfondire i vari aspetti relativi a un’eventuale futura genitorialità.

Pensarsi genitori
È stato questo il tema chiave del modulo rivolto ai genitori di bambini ipovedenti e non vedenti. L’attesa di un figlio per una coppia è sicuramente uno dei periodi più belli e intensi da vivere. Sarà maschio o femmina? Che nome gli daremo? Quale sarà la prima parola che pronuncerà? Sono solo alcune delle mille domande alle quali, inevitabilmente, le coppie in attesa di un bimbo tentano di dare delle risposte, nutrendo infinite speranze per il futuro di quest’ultimo. A volte, però, non va tutto come previsto, e il momento tanto atteso viene “rovinato” da un responso dato dai medici che si abbatte come un macigno sulla testa dei genitori, nel momento in cui apprendono della disabilità visiva dalla quale è affetto il figlio.
Dalle domande indotte dalla spasmodica attesa per il lieto evento si passa allo smarrimento, allo sgomento e all’incredulità, se non addirittura alla disperazione. Il futuro del figlio appena nato è visto sotto un’ottica totalmente diversa e le domande sono di tutt’altro tipo, essendo dettate prevalentemente dall’angoscia.
In questa fase risulta di fondamentale importanza un adeguato supporto, finalizzato a guidare i genitori attraverso un percorso che li conduca a una presa di coscienza dell’importanza del loro ruolo, al di là del deficit visivo del figlio. Non genitori “diversi dagli altri”, ma genitori con maggior consapevolezza dell’essenzialità della loro funzione di guida per un figlio che – se opportunamente supportato – potrà esprimere le proprie potenzialità appieno, in quanto cosciente del proprio problema e dei propri limiti, ma anche delle proprie risorse.
Per raggiungere tale risultato, è però necessario uno sforzo da parte dei genitori, che devono intraprendere col loro figlio un cammino verso una conoscenza reciproca che rafforzi il legame familiare, facendo di tutto affinché il bambino non venga “soffocato” da un atteggiamento iperprotettivo.

Pensare a un amore generante
È stato invece questo l’oggetto del modulo rivolto a giovani non vedenti e ipovedenti interessati ad approfondire i vari aspetti concernenti un’eventuale genitorialità. Infatti, quando si sente l’esigenza di avere un figlio con il proprio partner, i dubbi sono molti, poiché vi è sempre il timore di non essere all’altezza del ruolo di mamma o papà per via della propria disabilità. Sarò in grado di crescerlo? Sarò una buona mamma o un buon papà? Sono domande normalissime, ma che diventano dubbi enormi se in una coppia uno o entrambi i partner sono affetti da deficit visivo.
Durante gli incontri di formazione, i partecipanti – partendo dalle dinamiche di coppia – sono stati aiutati, tramite il confronto reciproco e il racconto delle proprie esperienze, ad acquisire una piena coscienza di se stessi come soggetti attivi, al di là del proprio deficit nell’ambito di un eventuale ruolo di genitore.

Per entrambi i moduli, l’obiettivo perseguito non era quello di diagnosticare problemi e di offrire soluzioni, bensì di valorizzare le risorse del genitore (o del futuro genitore) e del nucleo familiare, per coinvolgere i membri di esso nella ricerca delle modalità di superamento delle difficoltà.
I partecipanti sono stati suddivisi in piccoli gruppi e – alla presenza di un facilitatore/conduttore esperto nelle tematiche psicologiche e pedagogiche afferenti la minorazione visiva – sono state raccolte le varie testimonianze, affinché le stesse, dopo un adeguato lavoro di postproduzione, costituiscano il materiale audio-video a disposizione di altri genitori o futuri genitori consultabile attraverso apposite pagine web, nel sito dedicato.

Addetto alla Comunicazione del Consiglio Regionale Lombardo dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).

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