Il sottile significato delle parole

di Giorgio Genta
Dire infatti - come ha fatto recentemente il sottosegretario alle Politiche sociali Maria Cecilia Guerra - che «l’indennità di accompagnamento non è mai stata messa in discussione» e che essa «non verrà toccata, ma entrerà nel conteggio dell’ISEE perché lo prevede la legge», aggiungendo poi che saranno «detraibili tutte le spese per la disabilità, alcune in maniera forfettaria, altre se documentate», significa tutto e niente
Maria Cecilia Guerra
Il sottosegretario alle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra

Credo che l’Italia sia il Paese al mondo ove più sottile e variabile è il significato delle parole e a farlo assurgere a questo eccelso livello di sottigliezza lessicale, ha di certo contribuito la nostra Storia: i frazionismi del Tardo Medioevo e del Rinascimento, i Comuni, le Signorie, i piccoli Stati, i pensatori eretici, l’Impero, la Chiesa del Papa-Re, l’inanità nelle armi e la grandezza nell’arte, la Controriforma, i Gesuiti, i Savoia guerrafondai, Giolitti con i suoi sigari e i suoi “cavalierati”, Mussolini giornalista ora pacifista ora interventista, sino ad arrivare ai “maestri” del pensiero democristiano e oltre.
Tutti questi signori, infatti, hanno attribuito alle parole il significato che più conveniva loro e quando questi significati non bastavano, ne creavano di nuovi. Facevano politica, insomma.

Come fa politica il sottosegretario alle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra – lo si può leggere in SuperAbile.it, a proposito dell’intervento della stessa al sit-in di Roma del Comitato 14 Settembre – quando afferma candidamente che «l’indennità di accompagnamento non è mai stata messa in discussione» e che essa «non verrà toccata, ma entrerà nel conteggio dell’ISEE [Indicatore della Situazione Economica equivalente, N.d.R.] perché lo prevede la legge» (una legge, per altro, in forte olezzo di anticostituzionalità) e che saranno «detraibili tutte le spese per la disabilità, alcune in maniera forfettaria (quelle per il lavoro di cura), altre se documentate».
Queste affermazioni, qui riportate in maniera riassuntiva, significano tutto e niente. Personalmente, però, ritengo siano più vicine alla seconda possibilità e vediamo perché, esaminando un unico punto, quello cioè del lavoro di cura, importante per tutte le persone con disabilità, fondamentale per i cosiddetti “gravissimi”.
Le “26-28 ore al giorno” che i caregiver familiari – coadiuvati anche da aiuti esterni alla famiglia – normalmente prestano a un congiunto con disabilità davvero gravissima, verranno computate con equità? Molte delle nostre famiglie [Giorgio Genta è presidente dell’ABC Liguria – Associazione Bambini Cerebrolesi e componente della Federazione Italiana ABC, N.d.R.] non trovano validi aiuti a costi orari complessivi inferiori ai 10 euro. 27 ore (di media) x 10 euro = 270 euro al giorno. Moltiplicati per 365 giorni fanno 98.550 euro. D’accordo, è un esempio estremo, ma non credo proprio che la detrazione forfettaria si avvicinerà a tale cifra.
Sarà invece certo il devastante effetto dell’indennità di accompagnamento sul calcolo dell’ISEE familiare, con l’aggiunta della scomparsa dell’ISEE personale.

Buona fortuna, dunque a FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone), per la sperata prosecuzione della trattativa. E anche a chi non si sente rappresentato dalle due Federazioni, come Simona Bellini e il Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, che vorrebbero partecipare direttamente alla prosecuzione delle trattative.

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