Una scuola a pezzi. Ecco il pensiero che mi sono fatto leggendo il X Rapporto su Sicurezza, Qualità e Comfort degli Edifici Scolastici, presentato nei giorni scorsi da Cittadinanzattiva: calcinacci che cadono nei corridoi, cornicioni che piombano in strada o nei cortili, certificazioni di sicurezza che arrivano sempre più in ritardo e manutenzione ridotta al lumicino.
Certo, le 111 scuole monitorate in tutt’Italia sono percentualmente poche, ma sufficienti per chiedermi: dove stiamo mandando i nostri figli? «Lesioni strutturali in una scuola su dieci, distacchi di intonaco in una su cinque, muffe ed infiltrazioni in una su quattro», spiegano dall’associazione che ha effettuato i controlli degli edifici con il supporto del Dipartimento di Protezione Civile. «E mentre si annuncia la scuola 2.0 [ovvero l’ampia diffusione delle nuove tecnologie nelle scuole, N.d.R.], un terzo degli edifici è privo anche della più semplice aula computer e quasi la metà delle strutture è carente di laboratori didattici. Il 46% delle scuole non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi poi i cortili sono usati come parcheggio».
Il mio pensiero torna alle “morti bianche” di ragazzi. Cosa si è fatto perché non accadesse più una tragedia come quella della scuola di San Giuliano di Puglia (il 31 ottobre ricorrerà il decimo anniversario del crollo che seppellì 27 bambini)? Ricordate i nomi pronunciati durante l’omelia, Antonio, Sergio, Maria, Lorenza, Luca? Oppure ricordo la piccola Ilaria Raschiatore che muore a 4 anni nel 2004, schiacciata dalla caduta dal cancello della sua scuola d’infanzia… Tra loro avrebbe potuto esserci anche nostro figlio/a. Ma lo sapete che nel 2% degli edifici monitorati sono state trovate tracce di amianto? Nel 3% dei casi, poi, un elevato grado di inquinamento elettromagnetico.
E in questo contesto, ancora più penalizzati sono gli studenti con disabilità. Dal campione rilevato da Cittadinanzattiva, risulta che su 31.580 alunni, 1.348 sono con disabilità. Persone, ragazzi e bambini, che hanno vita non facile all’interno degli istituti scolastici. Ecco qualche dato:
– scalini all’ingresso del 14% delle scuole;
– ascensore assente nel 46% degli edifici e non funzionante nel 14% di quelli che ne sono dotati;
– barriere architettoniche nel 18% delle mense, nel 14% degli ingressi alle strutture, nel 13% dei laboratori, nel 12% dei cortili, nell’11% delle aule e dei laboratori multimediali, nell’8% delle palestre;
– nel 34% delle scuole non esistono bagni per disabili, e il 7% di chi c’è li ha presenta barriere architettoniche.
E poi c’è il tema dell’assistenza scolastica. Gli studenti con disabilità crescono (sfiorano i 200.000, con un incremento superiore al 50%), ma i docenti di sostegno rimangono numericamente gli stessi.
La storia di Francesco Gallone, raccontata anche dal «Corriere della Sera.it» è emblematica di una situazione che va di giorno in giorno aggravandosi [Francesco Gallone aveva denunciato la situazione creatasi a Milano, con il 50% di assistenti educativi mancanti, sulla quale anche il nostro sito aveva riferito, N.d.R.].
Illusorio ormai pensare a un rapporto di uno a uno tra docente di sostegno e persona con disabilità grave. Stando ai dati di Cittadinanzattiva, il rapporto è di 2 a 1 al Nord e 1,6 a 1 al Sud . Nel frattempo si prosegue nel taglio dei fondi e degli assistenti, tanto che alcuni alunni con disabilità sono costretti a rimanere a casa. Accade ad esempio a Napoli, ma non è un caso isolato. Per i disabili, dunque, l’anno scolastico sembra proprio che non sia ancora iniziato.