«La quinta sessione della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha chiaramente fatto segnare progressi, in termini di visibilità del movimento internazionale sulla disabilità, in linea con uno dei punti centrali della Convenzione stessa, ovvero la partecipazione diretta delle persone con disabilità».
Lo ha dichiarato Carlotta Besozzi, direttore dell’EDF (European Disability Forum), dopo l’evento svoltosi a New York nelle scorse settimane, di cui il nostro sito aveva già ampiamente riferito. E ha aggiunto che «anno dopo anno, la Conferenza degli Stati Parte sta realmente diventando ciò che doveva essere, ovvero la “piazza” centrale di dialogo e scambio tra le persone con disabilità, i vari Paesi, le Agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti umani».
A confermarlo ulteriormente, va ricordato che durante i recenti giorni di New York, l’IDA (International Disability Alliance) ha coordinato un’intera giornata di lavoro (The Civil Society Forum), che ha portato a uno scambio fruttuoso di opinioni e di esperienze tra le organizzazioni di persone con disabilità e le Agenzie dell’ONU, per una collaborazione sempre più stretta, al fine di migliorare tutti insieme la concreta applicazione della Convenzione nel mondo.
Per quanto poi riguarda specificamente l’EDF, va segnalato anche l’evento collaterale organizzato dal Forum, che ha visto quest’ultima organizzazione, insieme alla Commissione Europea, condividere con gli altri Paesi del mondo l’esperienza unica di ratificazione della Convenzione, attuata da parte di un organismo intergovernativo zonale, quale appunto è l’Unione Europea (23 dicembre 2010).
Grande, in tal senso, è stato l’interesse delle organizzazioni di persone con disabilità impegnate in altre parti del mondo, ove esistono altri organismi intergovernativi, e soprattutto guardando all’importante ruolo assunto in Europa dall’EDF, nel dare solidità, tutelare, promuovere e monitorare la Convenzione.
E tuttavia, come ha ancora sottolineato il direttore del Forum, restano ancora alcuni quesiti aperti, di portata non certo trascurabile: «Perché la fondamentale questione del genere – si è interrogata Besozzi – e delle discriminazioni multiple cui sono sottoposte le donne con disabilità è stata discussa solo in una sessione informale della Conferenza? E ancora, perché il Comitato per la Convenzione, riunito in questi giorni a Ginevra [la conclusione dei lavori è prevista per il 28 settembre, N.d.R.], pur disponendo in questa sua ottava sessione di una settimana in più rispetto al solito, continua ad avere meno tempo a disposizione rispetto agli analoghi Comitati impegnati sul fronte dei diritti umani?».
Il Comitato – lo ricordiamo a questo punto – gioca un ruolo assai significativo nel monitorare, su scala internazionale, l’attuazione dei princìpi contenuti nel testo della Convenzione e quindi la corretta e adeguata implementazione di essa, come previsto dall’articolo 34 del Trattato. Proprio a New York, tra l’altro, nelle scorse settimane, il Comitato ha anche rinnovato per metà i propri quadri.
Lo scarso tempo a disposizione di tale organismo, come ha sottolineato ancora Besozzi, è stato finora la causa di un grave ritardo nell’esame dei Rapporti provenienti dai vari Stati che hanno ratificato la Convenzione (per la cronaca, nei giorni scorsi, a Ginevra, sono stati presi in considerazione i documenti provenienti da Ungheria, Cina e Argentina e rivisto il Rapporto dell’Austria).
Infine, la dirigente dell’EDF ha voluto anche rilevare, «la scarsa presenza, se non l’assenza, dei movimenti nazionali sulla disabilità di quei Paesi che sono di volta in volta “sotto esame” da parte del Comitato». (Stefano Borgato)