È certamente apprezzabile l’iniziativa telematica dell’Agenzia delle Entrate, denominata Entrate in video, specifico canale di YouTube, nato per rispondere alle richieste dei contribuenti, tramite brevi video in cui i funzionari del fisco illustrano le varie opportunità offerte dai servizi web, aiutano ad eseguire gli adempimenti più comuni e informano su agevolazioni e novità.
E tuttavia, anche in questo caso – purtroppo – dobbiamo registrare un problema non certo trascurabile e che magari, a pensarci per tempo, sarebbe stato evitabile.
A segnalarcelo è il Comitato Nazionale Genitori Familiari Disabili Uditivi, che sulla questione ha anche indirizzato una lettera ad Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, oltreché ad Antonella Gorret e Gualtiero Esposito, che nell’Agenzia stessa sono responsabili rispettivamente del Settore Comunicazione e di quello della Comunicazione Multimediale e di Internet.
Una lettera sintetica, ma assai chiara e centrata soprattutto su un concetto, ovvero che «per le persone sorde è fondamentale l’utilizzo della lingua scritta». «Se infatti – viene puntualizzato dal Comitato – la persona sorda oggi può (e la società deve garantirlo) superare l’handicap dato dall’assenza della lingua», la stessa persona sorda è «purtroppo sempre soggetta alla disabilità data dall’impossibilità di udire, di parlare al telefono, di poter ascoltare un video. Quindi, le persone sorde rimangono escluse – de facto – da tutte quelle attività e servizi che vengono svolti e/o erogati tramite call center telefonico e/o video senza sottotitoli».
Per tutto questo, quindi, Entrate in video è sostanzialmente un servizio non accessibile alle persone sorde, «nonostante che oggi – viene sottolineato dal Comitato – le nuove tecnologie permettano, a costo zero, di inserire i sottotitoli in ogni video, indispensabili per una piccola fascia della popolazione, ma che possono rendere la vita più facile a tutti quelli che li vogliono scegliere in aggiunta alla voce narrante del video».
«Noi non stiamo chiedendo una strada diversa – è la conclusione della lettera – ma semplicemente atti di progettazione inclusiva e universale, pari diritti e pari doveri, nel rispetto dell’articolo 3 della Costituzione, della Legge Quadro 104/92 sulla disabilità e sulla base della Legge 67/06, che tutela le persone con disabilità da ogni discriminazione».
Provvederà, quindi, l’Agenzia delle Entrate, a rispondere positivamente a tali legittime richieste? Speriamo di poterlo riferire presto ai Lettori. (S.B.)