Se esistesse un premio per i comportamenti “diversamente civili”, una sorta di “tapiro del malcostume italico”, l’avrebbe vinto lui, il presidente dell’ALER (Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale) di Lecco, Antonio Piazza, colui cioè che prima aveva posteggiato dove non doveva e dopo, una volta multato, ha tagliato le gomme all’auto di un disabile.
Come dare torto, quindi, al popolo del web che in gran massa sta sottolineando con ironia la “distrazione” del dirigente di una società che, guarda caso, si occupa di housing sociale, ovvero di fornire anche alle persone con disagi fisici abitazioni accessibili? Come mai poteva questo dirigente sapere ciò che stava facendo, parcheggiando la sua vettura su un posto riservato ai disabili? Cosa mai poteva saperne di disabilità questa persona? E poi tutto quel clamore per quattro buchetti nelle ruote, che volete che sia, normale routine per un dirigente pubblico!
Breve riassunto della vicenda (mi si permetta però di raccontarla con un pizzico di ironia). Qualche giorno fa il presidente dell’ALER di Lecco – forse un po’ di fretta – parcheggia la sua Jaguar su un posto riservato alle persone con disabilità, atto che rispecchia un vizietto sin troppo comune tra gli italiani, i quali spesso decidono che quello strano spazio contrassegnato in giallo/arancione (un colore abbastanza difficile da distinguere dalle strisce blu o bianche…) serva per le fermate brevi. Guarda caso, sono solitamente i posti più vicini ai negozi a essere riservati a persone che hanno difficoltà motorie, perché lasciarli liberi per chi in carrozzina ha le ruote e quindi fa meno fatica degli altri a spostarsi?
Oppure ci sono anche quelli altrettanto incivili che parcheggiano proprio di fronte agli scivoli dei marciapiedi, pensando che le persone – comprese le mamme con i passeggini – abbiano sviluppato la soprannaturale capacità di volare. Per molti è una tentazione troppo forte, tanto poi c’è pronta l’autogiustificazione, la classica frase, «devo prendere solo un caffè e torno subito».
Ma torniamo alla vicenda di cronaca. Casualmente passa di lì un altro automobilista, questa volta con disabilità, che altrettanto casualmente ha bisogno di parcheggiare su quel posto, occupato indebitamente dalla Jaguar di Piazza. Forse – e sarebbe questa volta l’ironia della sorte – questa persona deve proprio recarsi all’ente presieduto da Piazza, per discutere dell’assegnamento di una casa accessibile. Trovando occupato il parcheggio, mai lo avesse fatto, chiama i vigili. La multa non va giù a Piazza, che decide di bucare le gomme al disabile che li aveva chiamati. Tanto, che se ne farà mai una persona con disabilità di una vettura che la porti a casa? Potrà sempre farsi quattro passi fino al gommista non vi pare?
E poi, come ha dichiarato Piazza al «Corriere della Sera», «quei parcheggi per disabili, li ho voluti io!». Ergo, ne posso fare ciò che voglio, sembra continuare il ragionamento… Ecco che ritorna il mai sopito «lei non sa chi sono io!». Ma come osa un disabile chiamare i vigili e far multare l’artefice di questi posti (che tra l’altro sono un obbligo di legge e non una gentile concessione)?
Ancora più imbarazzanti le proteste per aver dovuto rimettere il mandato: «Le mie dimissioni [sia dall’ALER che dalla Direzione Provinciale del Pdl, N.d.R.] – si è giustificato il numero uno dell’ALER lecchese al “Corriere della Sera” – non sono assolutamente giuste. Non le ho certo date volontariamente. Il mio comportamento è sempre stato improntato nella massima correttezza nel ruolo che ho svolto fino ad oggi nell’azienda lombarda per l’edilizia residenziale. Spero che l’assessore lombardo nelle prossime ore le respinga». Oggi, per onor di cronaca, va detto che l’ormai ex presidente ha fatto marcia indietro e ha chiesto scusa a tutti.
A questo punto mi chiedo come abbia svolto il suo lavoro se il rispetto per le persone con disabilità è questo. Si potrebbe anche soprassedere sul “parcheggio incongruo” (utilizziamo un termine derivato dal “burocratese”), ma arrivare a danneggiare una vettura… Se passa questo ragionamento, prima o poi si arriva alla violenza fisica. Anzi ci si è già arrivati: non molto lontano, a Vimercate (Monza e Brianza), una persona non vedente e il suo accompagnatore sono stati picchiati per aver chiesto a dei ragazzi di spostare il camioncino dal parcheggio disabili.
Forse è ora di dire basta e punire questi “diversamente civili”!
Il presente testo, qui riproposto con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, è stato pubblicato da “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Io parcheggio, tu parcheggi e lui… taglia le gomme”.Viene qui ripreso per gentile concessione dell’Autore e del blog.
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