I sogni, si sa, non costano nulla. Eppure ce ne mette di impegno e di fatica Christian Coccato, classe 1981, paraplegico da due anni a seguito di un incidente in moto, quando gareggia con la sua handbike. Il ciclista di Gàssino Torinese (Torino) ha iniziato proprio quest’anno a praticare l’attività sportiva con la bicicletta che – com’è ben noto – si pedala con la forza delle braccia e che ha permesso agli Azzurri di portare a casa un cospicuo bottino di medaglie dalle Paralimpiadi di Londra dell’estate scorsa.
Tesserato con la Polisportiva P.A.S.S.O. (Promozione Attività Sportiva Senza Ostacoli) di Cuneo, Coccato ha partecipato a numerose tappe del Giro d’Italia di Handbike, a una tappa degli Europei a Fossano (Cuneo) e a tante altre gare in giro per l’Italia.
Quel che più sorprende di questo atleta è la costanza, la fiducia e l’ottimismo, malgrado egli si trovi quasi sempre a tagliare il traguardo nelle retrovie. Di solito Coccato, alle gare, cerca sempre di aggregarsi a qualcuno dei suoi compagni di squadra, ma nelle recenti manifestazioni di Lugano e di Varese è andato da solo, accompagnato soltanto dalla fedelissima Ylenia e da Bobo, il cane che lo segue in tutte le competizioni.
A Lugano, nello specifico, si è corsa la Stralugano, manifestazione podistica organizzata dalla POLHA di Varese (Associazione Polisportiva Dilettantistica per Disabili) «e qui – racconta Christian – nella Round Table Cup sono arrivato undicesimo. La gara si è svolta alle 18, quindi già con il crepuscolo e sotto la pioggia. Era la prima volta che gareggiavo in quelle condizioni e non è stato per niente facile».
Il Giro del Lago di Varese, invece, organizzato dall’Associazione Sportiva Dilettantistica GAM Whirlpool, è stata la gara che più ha soddisfatto ed emozionato l’handbiker torinese. «A Varese – spiega – abbiamo corso al mattino e c’era il sole. Ho gareggiato su un percorso di venticinque chilometri intorno al lago e le nostre handbike hanno fatto da apripista ai podisti che hanno corso subito dopo. Il mio personale risultato? Ho tagliato il traguardo al decimo posto e sono stato l’ultimo dei premiati. È stato emozionante, finalmente, non arrivare ultimo ed essere premiato!».
È bella la soddisfazione con cui Christian parla del suo decimo posto. È vero, si gareggia per il senso della competizione, per il confronto con se stessi e con gli altri, ma i miglioramenti alimentano i sogni e i sogni aiutano a vivere. E perché Christian non dovrebbe sognare di partecipare alle prossime Paralimpiadi di Rio de Janeiro?…