Già quasi duemila risposte ricevute da tutta Europa, ma anche la volontà di ampliare il più possibile la base della ricerca, per acquisire una conoscenza ancor più capillare dell’accesso ai servizi europei di trattamento per i bambini con disturbi dello spettro autistico.
È per questo che i promotori del Progetto Europeo Azione ESSEA (Enhancing the Scientific Study of early Autism) – del quale ci eravamo occupati qualche tempo fa – hanno deciso di estendere fino al 31 ottobre il termine per rispondere al semplice questionario, rivolto a tutte le famiglie d’Europa coinvolte in problemi di autismo dei bambini.
L’iniziativa – lo ricordiamo – coinvolge ben cinquanta ricercatori di ventidue diversi Paesi europei, tra i quali Erica Salomone, che aveva spiegato in fase di presentazione come attualmente non siano ben noti «i trattamenti disponibili in Europa nei servizi sanitari, educativi e a domicilio per i bambini con un disturbo dello spettro autistico. Né quanto siano diffusi i cosiddetti “trattamenti alternativi”, tra i quali vi sono anche approcci potenzialmente pericolosi per la salute».
L’invito a rispondere al questionario, dunque, era stato rivolto a tutti i genitori di bambini di 6 anni o più piccoli, auspicando che anche altre famiglie non coinvolte in problemi di autismo, potessero a loro volta collaborare nella diffusione del questionario. (S.B.)
Tutte le notizie e gli approfondimenti sull’iniziativa, oltre alle modalità per partecipare al sondaggio, sono disponibili nel sito dedicato. Per ulteriori informazioni: e.salomone@ioe.ac.uk.