«Quando ero piccola, giocavo con la mia “manina”. La vestivo, le mettevo cappellini, per me era una compagna di giochi». Questo ricordo d’infanzia è di Concetta Flore, bravissima artista nel campo del disegno e dell’acquarello naturalistico.
Concetta è nata con il braccio destro mancante dell’avambraccio. Al gomito è attaccata una piccolissima manina che non ha grandi funzionalità. Non si è mai sentita diversa da piccola, grazie a una madre che non le ha mai fatto pesare la sua disabilità. Inoltre ha, fin da subito, utilizzato anche i piedi, tanto che ancora oggi, a cinquant’anni, ha piedi prensili. La madre, una pittrice, le suggeriva di coltivare tanti interessi e lei fin da piccola si è cimentata nel disegno con grandi risultati. Già a tre anni era considerata un “piccolo genio” per i suoi lavori, e alcuni suoi disegni sono stati pubblicati in un lavoro scientifico sull’infanzia. Scene di cow boy, pellerossa, pirati, erano i suoi temi preferiti. Concetta allora voleva essere un maschio e il suo disegno esprimeva questo.
Possedevano una casa con un grandissimo giardino e Concetta era affascinata dalla vita: uccelli, rospi, piante. Nella pubertà questo suo handicap diventa un problema, si sente diversa, non riesce ad avere un fidanzato. È depressa e aggressiva. La sua “manina” diventa una sofferenza.
Dopo il diploma di maturità al Liceo Classico, decide di seguire la sua passione per il disegno e si iscrive all’Accademia delle Belle arti di Roma. Ed è proprio qui che avviene un incontro importante con un ragazzo, che la corteggerà per oltre due anni e diventerà il suo compagno di vita. Sarà una figura importante per farle accettare una protesi e per combattere insieme le difficoltà dell’handicap.
Non è facile, poiché Concetta ha un carattere orgoglioso e precedenti esperienze negative con le protesi. La sorella più grande la sensibilizza ai temi ambientalisti e grazie alla sua abilità artistica, collabora con il WWF e con altri Enti per la tutela dell’ambiente.
I suoi lavori sono pubblicati da Curcio (’86/’87), con disegni di giardinaggio e da De Agostini, con l’illustrazione di due libri per bambini con soggetti di animali. Nel 1999 espone nella sua prima collettiva di arte naturalistica. Recentemente ha partecipato, in terra emiliana, a un’iniziativa della Panini Editrice, per i bimbi terremotati, denominata Il Cantiere della Fantasia.
Questi sono solo alcuni esempi delle sue tante iniziative e fino al 25 ottobre è anche in corso a Roma una sua mostra, Flore’s flora (Cinema Farnese Persol, Piazza Campo De’ Fiori, 56) su elementi vegetali.
Con i suoi lavori, Concetta ci fa tuffare nel meraviglioso universo della natura, dai paesaggi africani, ai particolari del pianeta degli insetti. Ama girare con binocolo e taccuino con cui cattura ogni movimento del mondo animale e vegetale. «Per me – racconta – è una fonte di gioia una qualsiasi creatura, mi affascina anche un piccolo sirfide (una specie di ape) illuminato da un raggio di sole».
Stupore che si avverte vedendo le sue opere, poiché questa donna trasmette amore per la natura e andando oltre la sua “diversità”, è diventata un faro nel campo dell’arte naturalistica.
Articolo già apparso in «Golem – Dalla notizia all’informazione», con il titolo “La ‘manina’ della vita”, e qui ripreso – con lievi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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