Come accadrà a livello nazionale per la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), anche la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – che della Federazione costituisce la componente lombarda – sarà parte attiva della grande mobilitazione di protesta in programma per il 31 ottobre, affiancando e sostenendo la manifestazione promossa nella Capitale dalla Rete Cresce il welfare, cresce l’Italia, con un presidio, nello stesso giorno, a Milano (Piazza dei Mercanti, ore 11), che oltre alle rivendicazioni nazionali – di difesa dello Stato Sociale – ne avrà anche alcune proprie, vale a dire «dare ancora maggiore forza e visibilità alle richieste nazionali, sottolineare come le decisioni assunte dal Governo a livello nazionale si traducano poi, nella vita dei Cittadini, nell’impossibilità di ricevere sostegno dagli Enti Locali, denunciare e contrastare le scelte della Regione Lombardia in materia di welfare».
Lo si legge in un comunicato diffuso dalla LEDHA, che continua sottolineando come «ancora una volta siamo purtroppo costretti a protestare, a scrivere mail, firmare appelli, scendere in piazza, ancora una volta costretti a ricordare che la disabilità, come del resto l’insieme dei problemi sociali, non è frutto del caso, di un destino avverso, ma è il risultato di processi di esclusione, di discriminazione, di emarginazione, affermazioni non (solo) nostre, ma ormai patrimonio mondiale dell’umanità, dopo l’approvazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
«Eppure – prosegue il comunicato – si continua a tagliare. Si spendeva già poco per i servizi sociali in Italia, molto meno che nel resto d’Europa. Ora si spenderà ancora meno, quasi niente, risparmiando poco e creando ulteriori danni alla vita delle persone che già vivono situazioni di grave disagio, fatica e discriminazione. Si continua a tagliare, colpendo proprio quel welfare “familiare” e quel welfare territoriale che, in assenza di politiche sociali pubbliche degne di tal nome, sta tenendo in piedi l’Italia e molti italiani. Lo si fa proprio quando avremmo bisogno, tutti, di migliori politiche sociali, per consentirci di ripartire nei momenti di difficoltà, di avere fiducia, di poter essere ancora parte attiva nella società, di non essere destinati alla povertà, all’esclusione e quindi, al massimo, destinatari di briciole di assistenza».
«Siamo dunque costretti ancora a protestare – conclude la LEDHA – per dare un futuro al nostro Paese, perché senza welfare non c’è speranza, non c’è futuro, non c’è sviluppo». (S.B.)
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