Non riguarda specificamente classi frequentate da alunni con disabilità, ma è ugualmente assai significativa, nel testimoniare il consolidarsi di una certa giurisprudenza, la recente Sentenza 556/12, depositata il 16 ottobre scorso dal Tribunale Amministraivo Regionale (TAR) del Molise.
In sostanza, con tale provvedimento, è stato ribadito il principio secondo il quale quando un’aula di scuola non rispetta le norme sulla sicurezza e l’igiene, gli alunni di quella classe vanno ridotti di numero.
Il caso riguardava l’accorpamento di tre classi di circa venti alunni ciascuna in due di circa trenta, accorpamento realizzato dall’Ufficio Scolastico Regionale, nonostante la segnalazione del Dirigente dell’istituto, che aveva riferito dello scarso numero di metri quadrati rispetto a quello degli alunni. Alcune famiglie, quindi, avevano proposto ricorso, per violazione della normativa sulla sicurezza e sull’igiene e il TAR molisano lo ha ora accolto, dopo un’ampia analisi della normativa vigente e la documentazione dell’insussistenza dei requisiti di igiene e sicurezza nelle nuove classi, condannando parzialmente l’Amministrazione alla rifusione delle spese.
In fase cautelare, tra l’altro, il Tribunale aveva concesso la Sospensiva, che però era stata annullata dal Consiglio di Stato. Il TAR si è allora pronunciato nel merito, obbligando l’Amministrazione a ricostituire le tre classi originarie.
«Nella fattispecie – sottolinea Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – non si tratta di classi frequentate da alunni con disabilità, poiché in tal caso vi sarebbe stata anche la violazione dell’articolo 5, comma 2 del DPR 81/09, che fissa a venti, massimo ventidue, il numero massimo di alunni in una classe. E tuttavia è significativo il fatto che stia consolidandosi una giurisprudenza secondo cui, in ogni caso, la violazione delle norme sulla sicurezza e sull’igiene assicura ai ricorrenti il diritto alla riduzione del numero di alunni per classe e addirittura il ripristino delle classi originarie, in caso di accorpamento contro la legge». (S.B.)