L’Associazione Centro Documentazione Handicap (CDH) di Bologna, in collaborazione con il Teatro ITC del vicino Comune di San Lazzaro di Savena e con l’Arena del Sole-Nuova Scena-Teatro Stabile di Bologna, ha dato il via alla seconda edizione del Progetto La Quinta Parete, prima iniziativa del genere in Italia e frutto di un esperimento pilota, avviato nel corso della stagione teatrale 2011-12, in collaborazione, allora, sempre con il Teatro ITC e il Teatro Testoni di Casalecchio di Reno.
La Quinta Parete– quella cioè “da sfondare”, per vedere oltre la “scatola che rinchiude l’esperienza teatrale” – è un laboratorio di educazione alla visione, nato per accompagnare le persone con disabilità alla fruizione di uno spettacolo teatrale, attraverso giochi, tecniche e attività di scrittura creativa, coadiuvati dall’intervento professionale di artisti e critici teatrali.
Destinatari del progetto sono gli animatori con disabilità e gli educatori del Gruppo Integrato Calamaio della Cooperativa Accaparlante di Bologna, che da oltre vent’anni si propone sul territorio come un laboratorio educativo sull’inclusione delle diversità, ad oggi rivolto non solo alla scuola, ma anche a molti altri àmbiti sociali e culturali della città, tra cui teatri, musei, sport, anziani, letteratura, intercultura, parchi e fattorie didattiche.
A partire dunque dal 14 novembre e fino al 6 marzo 2013, il gruppo parteciperà gratuitamente alla visione complessiva di nove spettacoli concordati, ospitati dai Teatri ITC e Arena del Sole-Teatro Stabile di Bologna. Ogni rappresentazione sarà preceduta e seguita da un incontro, condotto da artisti e critici teatrali, grazie ai quali si scoprirà che uno spettacolo può continuare a vivere in noi ben oltre la rappresentazione, che esiste un prima e un dopo la visione su cui a tutti è possibile spendere creazioni, pensieri e immaginazioni.
Il risultato del lavoro comparirà sul blog della Quinta Parete, e sarà consultabile anche sui siti del Centro Documentazione Handicap e dei teatri coinvolti.
«La Quinta Parete – spiega Claudio Imprudente, presidente del CDH – è un modo diverso per parlare a noi e alla città di accessibilità culturale, un’accessibilità che non vogliamo si riduca al semplice atto di entrata nei luoghi deputati, ma che piuttosto sia in grado di offrire a tutti la capacità di accedere consapevolmente a un prodotto artistico di qualità, attraverso la conoscenza e la frequenza di un linguaggio, per imparare a lasciare delle tracce e renderci spettatori e Cittadini partecipi del nostro tempo». (N.R.)
Per ulteriori informazioni: lucia.cominoli@accaparlante.it.
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