Modelli e proposte per uno sviluppo umano integrale

È stato questo il tema della dodicesima edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, che hanno visto convergere in Romagna più di duecento persone, per un evento che tradizionalmente mette a confronto i maggiori esponenti del mondo accademico e i rappresentanti più autorevoli dell’economia civile in Italia, impegnati a discutere sulle future sfide del Terzo Settore

XII edizione Giornate di Bertinoro per l'Economia Civile - 2012

Un’immagine delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile 2012 (foto Marzocchi)

Oltre duecento partecipanti provenienti da tutta Italia si sono riuniti nei giorni scorsi in Romagna, per la XII edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, organizzate dall’AICCON (Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), evento annuale che mette a confronto i maggiori esponenti del mondo accademico e i rappresentanti più autorevoli dell’economia civile in Italia, per discutere sulle future sfide del Terzo Settore in Italia e – in particolare quest’anno – sul tema CO-OPERARE: Modelli e Proposte per uno Sviluppo Umano Integrale.

Durante la prima sessione, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha presentato i dati aggiornati relativi al censimento sul non profit, ricordando di «avere ricevuto ben 221.000 questionari, di cui 135.000 da parte di organizzazioni non profit. Un dato significativo è relativo al fatto che il 61% delle organizzazioni non profit ha risposto via web».
Nel pomeriggio della prima giornata, poi, Giorgio Gobbi di Banca d’Italia ha presentato i dati sul rapporto tra la Finanza e il Terzo Settore: «Secondo le cifre raccolte nel giugno del 2012 – ha dichiarato – la distribuzione del credito al Terzo Settore vede il 14,2% del credito erogato a cooperative sociali, il 21,2% ad Istituzioni ed enti ecclesiastici e religiosi e il restante 64,6% ad altre istituzioni non profit al servizio delle famiglie».

Liberare il lavoro. L’occupazione di giovani e donne nell’Economia Sociale, è stato quindi il tema della sessione conclusiva delle Giornate, con un ricco dibattito incentrato sul contributo e sul ruolo che può dare all’occupazione il Terzo Settore, durante il periodo di crisi.
Al confronto – introdotto da Giuseppe Frangi, direttore editoriale di «Vita Non Profit Magazine» – sono intervenuti Claudio Gagliardi, segretario generale di Unioncamere, Carlo Borzaga, presidente dell’Euricse (European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises), Linda Laura Sabbadini dell’ISTAT, ove ricopre la carica di direttore del Dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali, Chiara Saraceno, sociologa e Giuliano Poletti, presidente di Legacoop-Alleanza Cooperative Italiane.
Gagliardi ha presentato i dati di Unioncamere relativi alla struttura professionale delle assunzioni delle imprese sociali. «Un elemento rilevante – ha sottolineato – è la crescita costante dal 2006 al 2012, e consolidata quest’anno per alcune categorie professionali, di professioni high skill [che richiedono un’alta specializzazione, N.d.R.], che va dal 26,8% nel 2006 fino al 35 e 34,3% negli ultimi due anni. Si assumono con molta più frequenza figure legate alla programmazione, organizzazione e gestione aziendale, nonché alla funzione commerciale delle imprese sociali, contro la tendenza a un investimento sulla produzione degli anni passati».
A concludere il confronto è stato Stefano Zamagni, docente di Economia Politica all’Università di Bologna, che ha rilevato come «durante questa edizione delle Giornate di Bertinoro si sia approfondito il concetto di Sviluppo umano integrale, come sviluppo che si contrappone al concetto di crescita e che riunisce tre dimensioni: una quantitativo-materiale, una socio-relazionale e una spirituale. La cooperazione in senso ampio è la via più efficace, anche se non la sola, per ottenere questo bilanciamento di queste tre dimensioni. Durante i lavori in Romagna sono emersi inoltre cinque elementi fondamentali: la cooperazione aumenta il tasso di imprenditorialità, aumenta la mobilità sociale, riduce le diseguaglianze sociali, incrementa il capitale sociale, e in particolare la dimensione della fiducia. Un’ulteriore sfida è quella di rendere il lavoro liberante, tenendo conto cioè di quelle dimensioni che riguardano la possibilità di esaltare la capacità delle persone. Questa è una sfida non di poco conto. L’organizzazione del lavoro all’interno delle cooperative è importante perché può servire come modello».

Da ricordare infine che l’evento si è concluso con la presentazione da parte di Zamagni e di Frangi del primo volume della nuova collana “Vita –Feltrinelli”m intitolato Del Cooperare. Manifesto per una nuova economia. (Irene Sala)

Per ulteriori informazioni: irene.sala3@unibo.it.

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