No a quel piano di verifiche straordinarie

Anche l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) dichiara tutta la propria contrarietà rispetto a quel provvedimento voluto dalla Commissione Bilancio della Camera, che prevede in tre anni altri 450.000 controlli sull’invalidità civile, e ne chiede l’immediato ritiro, oltre a un confronto con INPS, Governo e Parlamento, per rivedere radicalmente i criteri di accertamento

Uomo entra in una sede dell'INPS«Si ripete una triste e inaccettabile vicenda che colpisce le persone con disabilità le quali, oltre alle discriminazioni di cui sono vittime, hanno subìto e dovranno subire ulteriori umilianti accertamenti senza che questi siano finalizzati al miglioramento della loro qualità di vita. E questo, per le persone con disabilità intellettiva e /o relazionale assume addirittura aspetti paradossali».
Lo si legge in una nota prodotta dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), con cui tale organizzazione esprime tutta la propria contrarietà, rispetto all’emendamento al Disegno di Legge di Stabilità, approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio della Camera, che prevede in tre anni ulteriori 450.000 controlli sui titolari di assegni e pensioni di invalidità civile e handicap, provvedimento di cui anche il nostro giornale si è già ampiamente occupato.
«Cosa produrranno queste verifiche, secondo le forze politiche che hanno unanimemente approvato l’emendamento?», si legge ancora nel comunicato dell’ANNFAS, «forse risparmi per lo Stato? Individuazione di cittadini truffatori e medici compiacenti? Assolutamente no! Come già avvenuto, infatti, i risultati certi saranno: ulteriori spese per l’intero apparato medico-amministrativo dell’INPS, altri disagi e vessazioni per Cittadini e familiari, revoche spesso ingiustificate delle provvidenze economiche e conseguenti ricorsi per il ripristino del diritto».

«È forse l’ANFFAS dalla parte dei “falsi invalidi”? – chiede retoricamente il presidente dell’Associazione Roberto Speziale -, certamente no, ma in questi anni abbiamo imparato a nostre spese che quanto spacciato per “caccia al falso invalido” determina principalmente la criminalizzazione della spesa sociale, considerata un costo non sostenibile». «Inoltre – conclude Speziale – non possiamo più accettare che si continui senza sosta a colpire e vessare solo le persone con disabilità, senza invece avere l’onestà e il coraggio di smantellare definitivamente l’intero sistema che consente la certificazione di false invalidità. I falsi invalidi, infatti, non si certificano da soli: dietro il fenomeno si nascondono medici conniventi e interessi economici di non poco conto, che non sono di certo a beneficio delle vere persone con disabilità».

L’ANFFAS, pertanto, oltre a chiedere «l’immediato ritiro dell’emendamento», intende battersi da una parte anche per «l’avvio di un serrato confronto con l’INPS per la revisione delle procedure per l’accertamento dell’invalidità civile, che rappresentano la vera causa del fenomeno dei falsi invalidi al solo ed esclusivo vantaggio degli apparati preposti a tale accertamento, come per altro indicato dalla recente Relazione Ispettiva della Corte dei Conti, che ha evidenziato la necessità di semplificare e razionalizzare tali procedure», dall’altra per «un confronto con il Governo (a partire dal Ministero della Funzione Pubblica) e con il Parlamento, per la revisione dei criteri per l’accertamento dell’invalidità civile, stato di handicap e disabilità, come prevista già parecchi anni fa dall’articolo 24 della Legge 328/00». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.

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