«La pioggia di missili che bombardano la Striscia di Gaza, soprattutto la Zona Nord, ha permesso solo oggi alla famiglia di farci avere la triste notizia che un bambino disabile assistito dalla Palestinian Medical Relief Society (PMRS), partner locale di Terre des Hommes, è morto venerdì scorso a Jabalia». Sono parole di Lara Colace, responsabile del progetto a Gaza di Terre des Hommes – al quale, qualche tempo fa, avevamo dato ampio spazio anche nel nostro giornale – l’organizzazione in prima linea da oltre cinquant’anni, per proteggere i bambini di tutto il mondo da violenza, sfruttamento e abusi.
Colace ha reso noto dunque che Mahmoud, di 4 anni, è stato colpito da un missile mentre giocava vicino casa. Poco prima la madre lo aveva chiamato per farlo rientrare, ma lui non aveva voluto tornare. Il fratello maggiore l’aveva quindi riportato in casa, ma dopo qualche minuto, nonostante le sue difficoltà motorie, Mahmoud era scappato fuori e proprio in quel momento era arrivato il missile che l’ha ucciso assieme a un uomo che si trovava lì, ferendo altre cinque persone.
«Fino alla settimana scorsa – si legge in una nota di Terre des Hommes – abbiamo portato avanti, insieme alla PMRS, un progetto di riabilitazione motoria per 184 bambini disabili delle famiglie più povere della Zona Nord di Gaza. Ora, però, i continui bombardamenti mettono a repentaglio la vita degli operatori che non riescono a muoversi, per cui al momento il progetto, finanziato dalla Cooperazione Italiana, è fermo. Inoltre la PMRS è impegnata adesso soprattutto nelle attività di primo soccorso alla popolazione colpita. E tuttavia le difficoltà non mancano: da ieri, infatti, il suo Centro Medico Abu Taema, situato nella parte sud-est di Khan Younes, è senza elettricità, né acqua, né collegamento a internet e telefono. Scarsi ormai anche i farmaci essenziali e il materiale medico. Oggi, infine, è stato bombardato l’ospedale di campo giordano a Gaza City, che prestava assistenza ai feriti della cosiddetta “Operazione Piombo Fuso”».
Terre des Hommes si unisce quindi all’appello del Coordinamento delle Agenzie Umanitarie in Palestina che invita i leader mondiali ad agire rapidamente per un immediato cessate il fuoco, al fine di proteggere le vite e le infrastrutture della popolazione civile, e di evitare che a Gaza avvenga un disastro umanitario di vaste proporzioni a causa del prolungarsi del conflitto militare.
«La comunità internazionale – si legge ancora nel comunicato – deve fare immediatamente pressione sul Governo di Israele affinché tenga aperti i valichi con Gaza, per permettere l’entrata di forniture di aiuti umanitari indispensabili e affinché spinga tutte le parti coinvolte nel conflitto a porre fine alla violenza e a conformarsi agli obblighi del diritto internazionale».
Un appello che il nostro giornale condivide senza riserva alcuna. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@tdhitaly.org.