Migliaia di persone con disabilità spagnole, marciando in carrozzina, con le stampelle, o scortate dai loro cani guida, sono scese in piazza a Madrid, insieme ai loro familiari e ad altri Cittadini (si parla almeno di 50.000 persone), per protestare contro i durissimi tagli allo Stato Sociale e alla Sanità decisi dal Governo presieduto da Mariano Rajoy, nell’ambito del piano di rientro del debito pubblico, imposto dalle Istituzioni internazionali.
«Non possiamo essere noi e le nostre famiglie a pagare per questa crisi così devastante»: questo è uno dei principali concetti espressi durante la grande mobilitazione, supportata anche dalla pluricampionessa paralimpica, la nuotatrice Teresa Perales.
All’insegna di slogan quali SOS – Discapacidados, Derechos, Inclusion y Bienestar, ovvero “SOS Disabili – Diritti, Inclusione e Benessere”, l’iniziativa ha inteso denunciare una situazione ritenuta del tutto insostenibile, per un gruppo sociale – quello appunto delle persone con disabilità – che è certamente uno tra i più deboli della società spagnola, nel momento della peggior crisi economica dell’era post-franchista.
Secondo Luis Cayo Pérez Bueno, presidente del CERMI (Comité Español de Representantes de Personas con Discapacidad), il Comitato Spagnolo delle Organizzazioni di Persone con Disabilità, corrispondente a grandi linee alle nostre Federazioni FISH e FAND, «i tagli attuali colpiscono duramente i quasi 4 milioni di persone afflitte da patologie invalidanti, su una popolazione di 47 milioni di abitanti. Noi disabili abbiamo sempre avuto una vita dura, ma ora ci troviamo in una situazione particolarmente difficile, sull’orlo del collasso, dal momento che in questo modo ci viene letteralmente negato il diritto di essere assistiti e di essere indipendenti, come tutti gli altri».
Accompagnato dunque all’immagine delle forbici, un secco “NO” è risuonato durante la manifestazione di Madrid, diventando il simbolo stesso della protesta contro i tagli. Un solo dato per esemplificare: il Governo spagnolo intende risparmiare 7 miliardi di euro all’anno nel settore della sanità, attraverso la riduzione dei fondi e delle sovvenzioni alle Regioni, responsabili del bilancio.
«Siamo soffocati», ha quasi urlato la madre di due ragazzi con autismo di 15 e 16 anni, costretta a dimettersi dal lavoro, per assistere i suoi ragazzi, ricordando che la sua indennità di sostegno di 520 euro è stata già ridotta a 80 euro. (S.B.)
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