Voluto dal Comitato di Coordinamento delle Associazioni dei Disabili di Udine e finanziato dalla Regione, è dal 2009 che il CRIBA opera anche in Friuli Venezia Giulia.
A questo organismo – nato per la prima volta nel 2000 in Emilia Romagna come Centro Regionale d’Informazione sulle Barriere Architettoniche e successivamente diventato Centro Regionale d’Informazione sul Benessere Ambientale – il nostro giornale ha già dedicato un ampio approfondimento, in occasione del suo decimo compleanno. In quella circostanza, avevamo incontrato Piera Nobili, presidente di CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità), ente coinvolto nella fondazione e nello sviluppo del CRIBA. Il modello emiliano è poi stato replicato in Friuli Venezia Giulia e anche in Toscana, guardando di volta in volta alle specifiche peculiarità regionali.
Questa volta ci occupiamo del Centro friulano, intervistando Michele Franz e Paola Pascoli, rispettivamente responsabile organizzativo e responsabile culturale del CRIBA FVG. Entrambi hanno tra l’altro un passato in un’Associazione come la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), avendo svolto attività di ricerca con la Sezione di Udine della UILDM stessa. «La nostra esperienza nella UILDM – commentano – ci ha certamente aiutato a “crescere” con una giusta impostazione culturale-formativa di attenzione verso la persona e ha ampliato il bagaglio delle nostre conoscenze, non solo grazie al contatto quotidiano con le persone con disabilità e con le loro esigenze, ma anche attraverso corsi di formazione, tra cui quello di specializzazione post-laurea dell’Università Cattolica di Milano per disability manager».
Quali sono dunque i rapporti tra il CRIBA dell’Emilia Romagna e quello del Friuli Venezia Giulia?
«Si sono evoluti nel corso degli anni, ma sono sempre rimasti improntati a una stretta collaborazione e a un reciproco scambio di informazioni. L’avviamento del nostro Centro è stato facilitato dall’esperienza già acquisita da quello emiliano, che l’ha condivisa con noi. La struttura organizzativa e le modalità operative sono state replicate grazie al coordinamento incessante di CERPA Italia e gli ottimi rapporti personali tra gli staff permettono ancor oggi di supportarsi, ottimizzando l’attività ed evitando la dispersione di energie e risorse».
Quali sono le principali iniziative condotte finora dal CRIBA FVG?
«L’obiettivo è quello di concentrare in un unico polo le attività di formazione e promozione delle tematiche legate alla cultura dell’accessibilità e alla progettazione urbanistica ed edilizia, rispettosa dei bisogni di tutti, in particolare delle categorie di utenti definiti “deboli”.
Nel concreto, ci occupiamo di informazione e consulenza gratuita su normativa, giurisprudenza, agevolazioni fiscali e contributi pubblici in tema di barriere architettoniche, nonché di consulenza progettuale su accessibilità edilizia, urbana, extraurbana e turistica, oltreché di formazione e aggiornamento professionale, promuovendo attività seminariali e corsuali sui temi connessi all’accessibilità e all’usabilità, con un taglio rivolto specificamente ai liberi professionisti, agli Enti Pubblici, alle associazioni e agli studenti. Raccogliamo inoltre documentazione su esperienze in materia di superamento delle barriere fisiche, sensoriali e cognitive, tramite ricerche e monitoraggi sul territorio, archiviazione di articoli di riviste specializzate, di libri, tesi e pubblicazioni sui temi di interesse. Svolgiamo infine attività di ricerca e sviluppo, partecipando a tavoli e gruppi di studio e in tal senso collaborando attivamente con le università friulane, gli istituti di formazione, le associazioni locali dei vari portatori di interesse, gli uffici regionali, le Aziende Sanitarie e i Vigili del Fuoco».
Qual è il vostro motivo di maggiore orgoglio?
«Essere riusciti a sviluppare e a rafforzare, in soli tre anni, rapporti di collaborazione attiva con Enti, Istituzioni e soggetti operanti sul territorio in settori affini a quello dell’accessibilità, com’è accaduto ad esempio nel caso dei percorsi di formazione condivisi con università e istituti di formazione, che hanno portato anche all’elaborazione di tesi di laurea in architettura, in cui il CRIBA FVG ha fornito materiali di studio e visionato preliminarmente i progetti».
Ma chi sono gli utenti del Centro, quali numeri registrate nella fruizione del servizio e quali sono i servizi più richiesti?
«Dall’ottobre del 2009 al mese di agosto di quest’anno abbiamo erogato più di 440 consulenze a diversi soggetti, il 35% a Comuni e ad altri Enti Pubblici, che hanno avanzato le richieste attraverso propri funzionari o tramite i tecnici esperti in superamento delle barriere architettoniche, nominati dalla Consulta Regionale delle Associazioni dei Disabili all’interno delle Commissioni Edilizie Comunali; il 30%, poi, a privati Cittadini, su tematiche legate all’adattamento dell’ambiente domestico e alle procedure per ottenere contributi e agevolazioni fiscali; il 22% a tecnici libero professionisti, riguardo alla comprensione della normativa e all’elaborazione di progetti rispettosi della stessa; il 13%, infine, ad associazioni di persone con disabilità.
Le consulenze, se richieste da una persona con disabilità, si caratterizzano per essere fortemente personalizzate. Analizziamo in maniera dettagliata gli elementi significativi per l’autonomia della persona, per poi elaborare una proposta progettuale “su misura” in funzione di un miglioramento della “vita indipendente”. Hanno invece una valenza di natura più generale le consulenze offerte agli Enti Pubblici, che riguardano soprattutto progetti di opere pubbliche. In questo caso il CRIBA FVG promuove la realizzazione di soluzioni attente e rispettose delle diverse esigenze delle persone con disabilità».
Quali sono i principali ostacoli che incontrate nel perseguire i vostri scopi?
«L’ostacolo principale, soprattutto in quest’ultimo periodo, è quello relativo alla scarsità di fondi, in relazione anche al crescente numero di attività in cui il Centro è impegnato: queste sono infatti in continuo aumento, grazie al riconoscimento, in termini di qualità del lavoro svolto, che ci viene attribuito dai vari partner».