Sarebbe un bel programma, ma…

di Franco Bomprezzi*
«...ma temo che non lo vedremo mai», scrive Franco Bomprezzi, proponendo una serie di “semplici” domande sulla disabilità, a tutti i candidati premier, in àmbito di assistenza, scuola, lavoro, mobilità e altro ancora, chiedendo agli stessi «un buon motivo per cui oggi una persona con disabilità dovrebbe votarla volentieri. Il primo che le viene in mente...»

Donna in carrozzina fotografata di spalleSo perfettamente quanto ho pagato di IMU, e se me lo avessero chiesto – come hanno fatto in questi giorni al presidente del Consiglio uscente Mario Monti – avrei risposto a tono, magari inarcando il sopracciglio e accennando un cupo brontolio. Ma posso capire l’imbarazzo nel rivelare le proprie spese personali.
In realtà dai candidati premier, tutti – nessuno escluso – mi piacerebbe sapere se hanno una minima idea di questioni che ci stanno a cuore, e che per le persone con disabilità e le loro famiglie sono, per così dire, pane quotidiano.
Butto lì dunque una serie di domande che affido al buon cuore e all’arguta onesta intellettuale dei tanti conduttori di tribune elettorali o di talk-show in par condicio che ci allieteranno da qui al giorno delle elezioni. Sarebbe infatti divertente che almeno una di queste semplici domande venisse posta, così, a bruciapelo, per vedere l’effetto che fa.

Partirei dalla più banale. Scusi, candidato premier, secondo lei a quanto ammonta oggi la pensione di invalidità? Così, per scaldare l’atmosfera. Poi ecco un mio breve elenco.
– Quanto ci vuole oggi per garantire l’autonomia di una persona con disabilità in casa, quando ha bisogno di assistenza personale?
– Come mai nel redditometro che prevede decine e decine di voci di spesa e tante tipologia di famiglia, la disabilità non esiste? Eppure parliamo di quasi tre milioni di cittadini italiani… Strano, vero?
– Quanto pensa che abbia fruttato la campagna di controlli per le “false invalidità” dell’INPS, ordinata dal Governo? Ha idea di quanti ricorsi ci siano ogni anno e di quanto costino allo Stato, visto che in più della metà dei casi l’Istituto soccombe?
– Quante sono le persone non autosufficienti in Italia? Quanti sono i non vedenti? O i sordi? O le persone con disabilità intellettiva? O in sedia a rotelle?
– Quante sono le persone con disabilità che hanno trovato lavoro nel 2012, o almeno non lo hanno perso?
– Quanti sono gli alunni con disabilità nelle scuole italiane? E gli insegnanti di sostegno? E gli studenti universitari?
– Ha mai provato, almeno per un giorno, a immaginare la sua esistenza modificata all’improvviso da un handicap?
– Quanto costano gli adattamenti alle automobili, per renderle accessibili a una persona con disabilità motoria?
– Quanti sono i treni realmente accessibili in Italia? E le linee delle metropolitane?
– Mi dica un buon motivo per il quale oggi una persona con disabilità dovrebbe votarla volentieri. Il primo che le viene in mente…

Ecco, mi fermo. Certo che questo sarebbe un bel programma, curioso e insolito, ma temo che non lo vedremo mai…

Direttore responsabile di Superando.it. Il presente testo è il riadattamento al diverso contenitore di un articolo apparso anche in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Le domande che farei ai candidati premier”.

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