«In Italia, purtroppo, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, continuiamo a registrare il più alto numero di morti sul lavoro tra i Paesi dell’Unione Europea». Vengono commentati così, da Franco Bettoni, presidente dell’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), i dati diffusi in questi giorni dall’Eurostat, che registrano per altro una situazione diversa, rispetto agli incidenti non mortali, un àmbito tuttavia, sempre secondo Bettoni, rispetto al quale va sottolineato «un gravissimo problema di sottodenuncia degli infortuni».
Di fronte quindi a un fenomeno che oltre a far registrare ogni anno centinaia di vittime e a provocare migliaia di casi di disabilità più o meno gravi, il presidente dell’ANMIL rivolge un appello ai candidati premier delle prossime elezioni politiche, «affinché i rispettivi programmi di governo prevedano impegni forti nelle politiche sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e per la tutela delle vittime del lavoro, rispetto ai gravi problemi ancora sul tappeto, tra i quali la mancata completa emanazione di tutti i provvedimenti di attuazione del Testo Unico ad alcuni anni dalla sua entrata in vigore [Decreto Legislativo 81/08, N.d.R.], l’insoddisfacente coordinamento delle attività ispettive e di vigilanza sul territorio nazionale, per carenza di personale e per applicazione disomogenea della normativa di riferimento, la mancata previsione di norme di tutela ad hoc per alcuni settori molto importanti, come i trasporti e l’agricoltura, l’inadeguatezza della normativa sull’assicurazione delle vittime del lavoro, regolata ancora da una legge del 1965 che non può tenere conto dei cambiamenti sociali intervenuti in quasi cinquant’anni». (S.B.)
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