La lotta alla violenza sulle bambine e le ragazze dev’essere una priorità di tutti gli Stati e delle Istituzioni internazionali. L’Unione Europea, dal canto suo, può offrire un contributo decisivo nel processo di armonizzazione delle differenti tipologie di reato e delle sanzioni minime che gli Stati Membri devono applicare.
È questo uno dei principali punti di riflessione emersi dalla ricerca denominata Violenza contro giovani donne: una violazione dei diritti umani, presentata qualche settimana fa da Terre des Hommes – organizzazione in prima linea da oltre cinquant’anni, per proteggere i minori di tutto il mondo da violenza, sfruttamento e abusi – alla Conferenza Internazionale del Consiglio d’Europa intitolata Il ruolo della Cooperazione Internazionale nel combattere lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori”.
La ricerca – centrata sulla legislazione penale di vari Paesi, Italia compresa – è stata realizzata dallo Studio Legale Internazionale Paul Hastings, per conto di Terre des Hommes, nell’ambito della Campagna “InDifesa”, voluta per tutelare i diritti delle bimbe e delle ragazze di tutto il mondo. Qui di seguito, un rapido elenco dei principali aspetti emersi dallo studio.
1.
In ambito internazionale – nonostante i numerosi sforzi sostenuti e i risultati positivi ottenuti negli ultimi decenni – è necessario rafforzare ulteriormente ogni misura, per prevenire, combattere e criminalizzare tutte le forme di violenza contro le donne e i minori, essendo ancora drammaticamente elevato il numero delle vittime. Ad esempio, nel solo 2011, in Italia, le Forze dell’Ordine hanno registrato reati di violenza sessuale contro oltre mille ragazze e bambine.
2.
Questo genere di violenza dev’essere considerato a tutti gli effetti un crimine contro l’umanità, come si dichiara nel dossier “InDifesa”, presentato nell’ottobre scorso da Terre des Hommes alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che denuncia le molteplici le forme di discriminazione e abuso nei confronti delle minori nel mondo.
3.
Uno dei possibili strumenti per migliorare la tutela delle minori all’interno dell’Unione Europea è la modifica dell’articolo 83 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, per prevedere una sua competenza legislativa generale, in modo da realizzare un’armonizzazione minima di tutte le fattispecie di reato che costituiscono crimini contro l’umanità e delle relative sanzioni.
4.
In ambito nazionale, molti Stati hanno introdotto reati specifici per le principali fattispecie considerate dallo studio e che hanno come vittime donne e bambini ed i giudici hanno colmato le lacune esistenti nella normativa nazionale, applicando ad alcune fattispecie di reati contro l’umanità – non ancora punite in modo specifico dalla legislazione nazionale – le sanzioni previste per altri reati di applicazione generale.
«In Europa – dichiara Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes – le azioni intraprese e i programmi attuati nell’area della tutela dei diritti umani devono essere guidati dalla consapevolezza che non esiste alcuna forma di libertà, di sicurezza e di giustizia, senza un forte impegno a prevenire e combattere tutte le minacce che compromettono i diritti fondamentali di tutti gli esseri umani. In tal senso, la nostra organizzazione svolge da sempre un’azione di sensibilizzazione delle istituzioni nazionali e internazionali per un continuo miglioramento del quadro legislativo inerente l’infanzia».
«Crediamo che la fotografia da noi portata all’attenzione delle Istituzioni Europee – aggiunge Federica Giannotta, responsabile per i Diritti dell’Infanzia di Terre des Hommes – sia quanto mai opportuna e incisiva. Molto è stato fatto ad oggi, sia a livello nazionale che internazionale, per creare le basi di un contrasto efficace al crimine contro questi vulnerabili target di persone. Ma ancora qualcosa si deve e si può fare. In particolare occorre lavorare di più a un’effettiva armonizzazione nell’inquadramento dei singoli reati tra i Paesi, prendendo ad esempio reciproco le esperienze più avanzate. In tema di violenza sulle donne e ragazze, quanto indicato dalla Convenzione di Istanbul [“Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”, Istanbul,11 maggio 2011, N.d.R.] è senz’altro da sottoscrivere e riteniamo che il nostro Paese debba al più presto ratificarla, per porre in atto un’efficace azione di prevenzione, protezione delle vittime e persecuzione dei responsabili di violenze».
Temi e questioni quanto mai fondamentali, dunque, in àmbito di difesa dei diritti umani, rispetto ai quali non va mai dimenticato – come tanto spesso scriviamo su queste pagine – che i soggetti maggiormente esposti in tutto il mondo a situazioni di violenza e discriminazione, sono proprio le donne e le minori con disabilità. In tal senso, all’interno della ricerca realizzata dallo Studio Paul Hastings, nelle tabelle comparative della legislazione penale dei diversi Paesi presi in esame, vengono espressamente evidenziate anche le aggressioni e le violenze a persone in stato di incapacità. (R.P. e S.B.)
Sono disponibili nel web sia il testo integrale (in inglese) della ricerca promossa da Terre des Hommes, sia un’ampia sintesi (in inglese e italiano). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@tdhitaly.org.
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