«Bene il passo indietro fatto dall’INPS, ma siamo preoccupati dall’evidente invasione di campo che l’Istituto aveva attuato con la Circolare, ritirata anche a seguito dell’intervento del ministro Fornero e della mobilitazione di sindacati e associazioni contro il provvedimento».
È questo il commento di Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva, in riferimento al ritiro di quella parte della Circolare n. 149/12 del 28 dicembre 2012, nella quale l’INPS – com’è ormai ben noto ai nostri Lettori – aveva sancito già a partire da quest’anno, quale limite reddituale per l’accesso alle pensioni di invalidità, sia il reddito del richiedente che quello del coniuge.
«In assenza di tale dietrofront – prosegue Aceti -, anche l’indirizzo politico fornito dal Parlamento con la Legge di Stabilità, rispetto al supporto alla non autosufficienza, sarebbe caduto nel vuoto: da una parte, infatti, lo Stato avrebbe dato, dall’altra avrebbe tolto, con la conseguenza, per i Cittadini, di non ricevere alcun sostegno».
Oltre dunque a chiedere che l’INPS si attenga strettamente alle sue competenze, Cittadinanzattiva invita anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, «nella sua annunciata attività di approfondimento della materia», di tener conto degli «orientamenti già espressi sulla materia dalla Corte Costituzionale, cogliendo poi l’occasione per approfondire, con il parere delle Associazioni dei Cittadini, dei Pazienti e delle Persone con Disabilità, anche la Nota interna emanata il 20 settembre 2010 dall’INPS che aveva rivisto i requisiti per la concessione delle indennità di accompagnamento [su quest’ultima Nota, si legga il nostro testo pubblicato a suo tempo, con il titolo “L’INPS cambia le «carte in tavola» e peggiora la situazione”, N.d.R.].
In tal senso, conclude Aceti, «monitoreremo attentamente gli ulteriori sviluppi della vicenda, stigmatizzando ulteriori decisione illegittime e penalizzanti i diritti dei Cittadini». (S.B.)
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