C’è Giulia. È iscritta a Scienze Politiche. Fa parte del “gruppo dei tutor”: ha affiancato cioè un’altra studentessa, aiutandola negli studi. In quel caso per la preparazione all’esame di Storia Moderna. Si incontravano all’università, studiavano insieme, facevano la pausa caffè e ricominciavano. Giulia l’ha anche accompagnata all’esame: superato a pieni voti! Particolare: Giulia Sauro è una ragazza con sindrome di Down.
L’iniziativa Tutorato alla Pari dell’Università di Napoli L’Orientale è unica, almeno per l’Italia: rivolta a tutti gli studenti con disabilità iscritti all’Ateneo, consente di essere affiancati da un altro studente per la preparazione di una prova d’esame, allo scopo di creare percorsi di apprendimento “alla pari”. La bella intuizione è che i tutor sono ragazzi e ragazze con disabilità. Altro aspetto innovativo è il fatto che, agli studenti che si sono proposti come tutor, per offrire assistenza a un collega, L’Orientale riserva una borsa di studio di 500 euro, per un totale di 30 ore di affiancamento.
L’idea è nata dal SOD (Sportello Orientamento Disabilità), e dalla mente delle responsabili, Giulia Tavolaro e Chiara Carpentiero. Il rettore Lida Viganoni l’ha appoggiata, capendone le potenzialità. E L’Orientale si è posta all’avanguardia non solo nell’integrazione, ma in particolare nella valorizzazione delle abilità. «Non sei disabile per la disabilità che hai, sei abile per le tue abilità», ama dire Oscar Pistorius, il campione senza gambe che ha partecipato all’Olimpiade nella corsa. Sembra il motto di Tutorato alla Pari.
All’Orientale vi sono circa 10.000 studenti e poco meno di 200 sono quelli con disabilità. In un periodo di sei mesi, sono stati coinvolti 45 studenti con 25 tutor che li hanno affiancati. La percentuale di coloro che hanno superato la prova d’esame per la quale avevano ricevuto il tutorato è stata del 95 per cento. Quest’anno sta ripartendo e fra poco cominceranno le selezioni degli studenti.
Giulia Tavolaro non nasconde il suo entusiasmo: «Un progetto nel quale credevamo molto e che è pensato sulla persona: lo studente è al centro di esso. In un contesto universitario come quello dell’Orientale, che ha fatto dell’“incontro”, culturale e sociale, la propria bandiera, il Tutorato alla Pari rappresenta un’insostituibile possibilità di aprirsi alla diversità e ai suoi molteplici volti, intesa non solo come etnica o culturale, ma anche fisica e mentale».
Chi ha una disabilità, fisica o intellettiva e relazionale, è affiancato da un altro studente che vive le sue stesse difficoltà e le capisce. Lo stesso tutor acquisisce maggiore fiducia in se stesso. Vi è un modulo da compilare per chi cerca un tutor e per chi lo vuole fare, in modo che si possa valutare appieno chi affiancare a chi. Il periodo è di tre mesi, durante i quali utilizzare le 30 ore a disposizione. Continua Giulia: «L’elemento centrale di questa strategia didattica è appunto considerare gli studenti come portatori di esperienze diverse, che devono interagire e integrarsi al percorso formativo, tenendo presente che l’assunzione di ruoli diversi sviluppa differenziate competenze. Il ruolo di tutor, poi, dà stimoli e fiducia in se stessi. Facendo questo tipo di percorso si confrontano anche con altre disabilità».
Sviluppare le abilità: ognuno, senza distinzione di condizione, può dare il proprio contributo. Sarà una società migliore.
Il presente articolo viene qui riproposto, con alcuni riadattamenti al contesto, da InVisibili, blog del «Corriere della Sera», per gentile concessione. Il titolo del pezzo originale è “Tutor con disabilità a L’Orientale di Napoli: sviluppare le abilità”.
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