Sulla questione da noi ampiamente affrontata qualche giorno fa, riguardante la cittadinanza italiana negata indistintamente a tutte le persone con disabilità intellettiva, prende duramente posizione il Coordinamento Down Lombardia, al quale aderiscono l’AGPD di Milano (Associazione Genitori e Persone con Sindrome di Down), le Sezioni di Bergamo e Mantova dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), Capirsi Down di Monza, il CBD di Brescia (Centro Bresciano Down), l’Associazione “Più di ventuno” di Varese, l’Associazione Down Verso di Cantù (Como) e l’Associazione Vivi Down di Milano.
«Il Coordinamento – si legge infatti in una nota – manifesta il suo totale disappunto per l’automatica presunzione di incapacità per le persone con sindrome di Down, in quanto derivante da una cultura basata su pregiudizi e stereotipi che si riteneva ormai superata. È inaccettabile, infatti, che le persone con sindrome di Down siano ritenute in generale incapaci di intendere di volere per poter prestare il giuramento previsto dalla normativa vigente, che serve a ottenere la cittadinanza italiana». E questo anche alla luce del fatto che «le nostre Associazioni da anni si adoperano affinché le persone con sindrome di Down possano raggiungere i più alti livelli di autonomia possibile che permettano loro una reale inclusione nella società civile».
Fatto poi non certo secondario, «occorre ricordare – prosegue il comunicato – che in Italia è legge vigente [Legge 18/09, N.d.R.] la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, dove, all’articolo 18, si vincolano gli Stati Parti ad assicurare che le persone con disabilità “abbiano il diritto di acquisire e cambiare la cittadinanza e non siano private della cittadinanza arbitrariamente o a causa della loro disabilità”».
Su un altro versante, viene altresì sottolineata «l’evoluzione della società italiana che vede sempre in maggior numero nel nostro Paese persone con disabilità di origine straniera e ciò non può essere limitato da interpretazioni ancorate a visioni ormai superate».
In conclusione, il Coordinamento Down Lombardia «auspica che le Istituzioni preposte si facciano carico affinché il diritto alla cittadinanza non sia condizionato dal pregiudizio derivante dalla riconoscibilità dei tratti somatici della persona con sindrome di Down a discapito della sua reale capacità di essere “cittadino attivo”». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: info@down.lombardia.it.
Articoli Correlati
- Pian piano, Comune per Comune, Provincia per Provincia... Oltre cinquanta associazioni bergamasche che si occupano di disabilità o che agiscono nell'ambito socio-sanitario hanno aderito alla campagna "Vota la Convenzione!", lanciata nei mesi scorsi dalla LEDHA di Milano (Lega…
- Disabilità e Governo: un appello L'appello “Disabilità e Governo”, di cui «Superando.it» pubblica il testo integrale, è rivolto al Presidente del Consiglio, alle forze politiche che sostengono il Governo e alle Federazioni delle persone con…
- Studenti al lavoro per migliorare la vita delle persone con disabilità Hanno lavorato soprattutto in àmbito sportivo, ma si sono anche misurati con sistemi che favoriscano l’accessibilità a persone con disabilità motoria o l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte di persone…