E gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono sempre lì…

Era infatti oggi, 1° febbraio, il termine fissato dalla legge per completare il processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ma esso non sarà rispettato, come denuncia il Comitato Stop OPG. Continua dunque la mobilitazione di quest’ultima organizzazione, per andare oltre a delle strutture ritenute incompatibili con la tutela della salute mentale, le cure e la riabilitazione cui hanno diritto tutti i Cittadini

Foto in bianco e nero di uomo con le mani sulla testa«Il termine per il completamento del processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è fissato ad oggi, 1° febbraio 2013, come prescrive la Legge 9/12, ma è evidente che esso non sarà rispettato».
A denunciarlo in una nota sono Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice e Francesca Moccia, a nome del Comitato Stop OPG, voluto da numerose organizzazioni del Terzo Settore, oltreché sindacali, impegnate per l’abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

«Abbiamo ripetutamente segnalato i ritardi nella chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, indicando come responsabili il Governo, molte Regioni e ASL, ma abbiamo parlato anche dei rischi dello stesso articolo 3 ter della Legge 9/12 appena citata. In particolare abbiamo denunciato che l’attenzione di Governo e Regioni è concentrata sull’apertura delle strutture residenziali “speciali” – previste dalla legge 9/12 in luogo degli attuali OPG – dove eseguire la misura di sicurezza, molto simili a ospedali psichiatrici, per le caratteristiche loro assegnate da uno specifico Decreto. In tal senso abbiamo più volte detto che rischiamo di ritrovarci con numerosi “piccoli manicomi regionali” (i “mini OPG”)».
Rispetto poi ai sequestri degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari di Montelupo Fiorentino e di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), disposti nel dicembre dello scorso anno dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sull’Efficacia e l’Efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, presieduta da Ignazio Marino, sequestri non ancora eseguiti, essi, secondo i rappresentanti del Comitato, «confermano drammaticamente le condizioni indegne in cui sono tuttora costretti a vivere nostri concittadini all’interno degli ultimi residui manicomiali. La condizione terribile in cui versano questi uomini e donne va al di là delle condizioni terribilmente degradate in cui sono costretti e riguarda tanto più il loro abbandono da parte dei servizi sanitari e sociali, la mancanza di un progetto, le proroghe collegate a una mancata presa in carico, la violenza dell’istituto, il permanere di un percorso giuridico “speciale” che toglie loro diritti e responsabilità».
Viene infine ritenuto «inaccettabile il ritardo nell’assegnazione alle Regioni delle risorse destinate ad accompagnare il superamento degli OPG».

Alla luce di tutto ciò, il Comitato Stop OPG chiede che «le risorse vengano destinate ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), che devono presentare e attuare i progetti individuali, finalizzati alle dimissioni degli/delle internati/e o per progetti di alternativa alla misura di sicurezza detentiva in OPG o in CCC [Casa di Cura e Custodia, N.d.R.], come sancito anche due Sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del 2004. Per chiudere gli OPG, infatti, bisogna offrire buoni servizi per la salute mentale nel territorio».
«Devono poi essere attuate “dimissioni senza indugio”, come sollecitato dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale ai Ministri della Salute e della Giustizia, che risultano possibili immediatamente per i due terzi delle persone internate attraverso la presa in carico dei Dipartimenti di Salute Mentale, che porterebbero già alla chiusura di alcuni OPG».
Viene infine ritenuta necessaria «l’istituzione di una specifica “autorità” di garanzia nazionale (che possa agire anche con funzioni commissariali ad acta), per l’attuazione dei programmi delle Regioni e per il loro monitoraggio».

«Ribadiamo per altro – conclude la nota del Comitato – che il definitivo superamento degli OPG si potrà raggiungere solo con la modifica degli articoli del Codice Penale 88 e 89 [rispettivamente “Vizio totale di mente” e “Vizio parziale di mente”, N.d.R.]. Altrimenti gli OPG (vecchi o nuovi) continueranno ad essere alimentati da nuovi ingressi. Sono quegli articoli del vecchio Codice Rocco che, associando “follia” a incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, hanno mantenuto in vita l’OPG e dunque un canale “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono reati».
Continua pertanto la mobilitazione di Stop OPG, i cui componenti ritengono che «gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, così come i manicomi, siano incompatibili per loro natura con la tutela della salute mentale, le cure e la riabilitazione cui hanno diritto tutti i Cittadini». (S.B.)

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