«Non è tardata ad arrivare la valanga, quella che non fa paura, anzi! Dona tantissima gioia agli atleti Special Olympics e a tutti i loro fan. Parliamo della valanga di medaglie al collo degli Azzurri, a suggellare il loro percorso sportivo e di autonomia, ognuno diverso, ma accomunato dall’impegno e dalla determinazione».
È più che giustificato l’orgoglio con cui i responsabili della Sezione Italiana di Special Olympics – il movimento internazionale dedicato allo sport delle persone con disabilità intellettiva – commentano le prestazioni dei ragazzi azzurri, che stanno rientrando dalla Corea, dove hanno partecipato, a Pyeongchang, ai Giochi Mondiali Invernali, grande evento che ha potuto contare sulla presenza di quasi 3.000 atleti, 600 tecnici e 2.500 familiari, provenienti da oltre 100 Paesi.
Otto medaglie d’oro, nove d’argento e due di bronzo, è stato infatti il bottino dell’Italia nelle varie discipline, grazie alle vittorie di Mauro Martini (super G di snowboard), Roberta Quercioli (200 m corsa con le racchette da neve), Fabio Volpe (800 m corsa con le racchette da neve), Christoph Thaler (super G di sci alpino), Laura Magatelli e Daniele Silvestri (gigante di sci alpino), Chiara Berbotto (500 m e 4x1km di sci di fondo), Francesco Bolla, Stefano De Fanti e Stefano Serafin (4x1km di sci di fondo); ai secondi posti di Mauro Martini (gigante di snowboard), Alessandro Repetto e Paola Maffeo (200 m corsa con le racchette da neve), Michael Ellecosta (super G e slalom di sci alpino), Marta Mei e Marta Beretta (50 m e 100 m corsa con le racchette da neve), Alberto Cavallini (super G e gigante di sci alpino), Michele Pera (gigante e slalom di snowboard), Francesco Baggio (kilometro di sci di fondo); e ai terzi posti di Daniele Silvestri (slalom di sci alpino) e Chiara Berbotto (kilometro di sci di fondo).
Ma al di là dei trofei, è sempre bello anche leggere le storie di chi ha potuto vivere questa grande esperienza, nel sito internet di Special Olympics Italia, perché, com’è noto, il giuramento di questi atleti recita: «Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutte le mie forze», cosicché, come si legge nel sito stesso, «che sia la medaglia d’oro, d’argento o di bronzo, che sia solo la partecipazione, c’è comunque la grande vittoria di poter dire “Io ci sono!”. E nel particolare mondo di Special Olympics, quando a salire sul podio è un altro, che sia un amico, un compagno di avventura o un avversario, la reazione dei nostri fantastici atleti spesso ci sorprende». (S.B.)
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