Carnia Special Team: una squadra davvero “speciale”

Agonismo e grandi soddisfazioni, nell’àmbito del movimento Special Olympics, ma anche e soprattutto integrazione, crescita della fiducia in se stessi e dell’autonomia: sono questi i valori fondanti dell’associazione friulana Carnia Special Team, i cui atleti con disabilità intellettiva e relazionale partecipano anche a incontri nelle scuole e con varie società sportive

Logo del Carnia Special Team di Tolmezzo (Udine)Possiamo proprio definirla una “squadra speciale”, quella dell’associazione friulana Carnia Special Team di Tolmezzo (Udine). Fondata infatti nel 2001 da un gruppo di genitori, essa vanta oggi una cinquantina di atleti iscritti, provenienti dalla Carnia e dal Gemonese, oltre a volontari, genitori e tecnici. Lo scopo principale è quello di promuovere lo sport, l’autonomia e l’integrazione delle persone con disabilità, avvalendosi anche della collaborazione dell’ANFFAS Alto Friuli (Associazione Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
I corsi principali che vengono organizzati dal Carnia Special Team – grazie al finanziamento dell’Assemblea dei Sindaci del comprensorio e in particolare con il contributo del Comune di Tolmezzo e tramite un progetto concordato con l’Azienda Sanitaria Locale -, riguardano numerose attività: nuoto, sci, canottaggio, equitazione e anche balli di gruppo. In quest’ultimo periodo, poi, si sta lavorando all’ipotesi di creare un futuro corso di hockey su ghiaccio, utilizzando la struttura di Pontebba.

L’Associazione tolmezzina partecipa al programma Special Olympics*, la nota organizzazione mondiale dedicata allo sport delle persone con disabilità intellettiva e relazionale, che in tanti anni ha dimostrato come grazie all’aiuto di tecnici, famiglie e volontari, questi atleti possano crescere e integrarsi, ottenendo maggiore fiducia in se stessi e nelle relazioni interpersonali, oltreché una maggiore abilità lavorativa.
E in tal senso il Carnia Special Team offre proprio questa opportunità ai suoi associati, perché avvicinare allo sport le persone che non lo praticano aiuta a crescere, a integrarsi, a rafforzare le proprie capacità, ad acquisire maggiori sicurezze. «È questo l’obiettivo che fa la differenza», come ci spiega Christina Schenk Marchetti, moglie di Euro Marchetti, presidente dell’Associazione. E aggiunge: «Il nostro lavoro punta non tanto sui risultati per il solo fine di conquistare una medaglia. Quel che vogliamo realizzare, infatti, è la piena integrazione dell’atleta, un atleta davvero speciale, un atleta capace di crescere, di avere maggiore fiducia in se stesso, di interagire con gli altri e di gioire per le proprie vittorie con la famiglia».
«Una grande attenzione – conclude Schenk Marchetti – viene data ai genitori che spesso, magari per questioni di territorio o di mentalità, fanno fatica a iscrivere i ragazzi ai corsi. Proprio per questo cerchiamo di invogliare le famiglie a partecipare attivamente, con serate e incontri,  perché fare sport e far parte di un gruppo aiuta a crescere, a maturare le abilità emotive e sociali, a rafforzare le proprie capacità, aumentando la sicurezza e l’autonomia».

E in ogni caso, oltre ai preziosi valori di cui si è detto e a un sicuro divertimento, le gare Special Olympics regalano anche tante soddisfazioni agonistiche, condivise dai giovani atleti con le loro famiglie. Negli ultimi cinque anni, ad esempio, altrettanti atleti del Carnia Special Team sono stati convocati per i Giochi Mondiali Special Olympics: in Irlanda (nuoto), in Giappone (sci di fondo), negli Stati Uniti (sci), in Cina (nuoto) e in Grecia (nuoto in mare). Due atleti, inoltre, hanno partecipato ai Giochi Europei Special Olympics di bocce e  cinque fanno parte della Nazionale FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale), con la quale hanno partecipato a varie gare mondiali nel nuoto, aggiudicandosi quattro medaglie di bronzo e rendendosi protagonisti di ottimi piazzamenti nello sci.

Altro importante capitolo, la partecipazione degli atleti a incontri nelle scuole e con società sportive, perché la loro preparazione e conoscenza – come ben si intuisce dallo spirito di tutte queste iniziative – non si limita all’allenamento e alla competizione, ma anche alla formazione, per ricoprire incarichi ufficiali come arbitri, allenatori e volontari.
A tal proposito, è bello segnalare come, per la prima volta in Italia, ci sia stato un atleta con disabilità intellettiva che dopo una lunga carriera agonistica nel nuoto, abbia seguito il corso di primo livello per istruttore della FIN (Federazione Italiana Nuoto) e che il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) gli abbia riconosciuto il brevetto di assistente tecnico.

*Fondato nel 1968 da Eunice Kennedy, Special Olympics è un programma internazionale di allenamento sportivo e di competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva e relazionale. Presente in 180 Paesi e in Italia da circa trent’anni, Special Olympics conta 3 milioni di atleti e coinvolge, con le oltre 16.000 manifestazioni che organizza ogni anno, quasi un milione di volontari in tutto il mondo.

L’Associazione Carnia Special Team è aperta agli utenti della Carnia e del Gemonese, ma anche a tutti quelli che vivono in altre zone. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: erik.marchetti@tin.it.

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