Marche: attendiamo una convocazione da cinque mesi

Dopo infatti un incontro all’inizio di ottobre dello scorso anno, con l’Assessore alla Salute, da parte della Regione Marche non è arrivata più alcuna convocazione ai promotori della Campagna “Trasparenza e diritti”, che chiede di applicare la normativa nazionale sui Livelli Essenziali di Assistenza e di regolamentare, in maniera partecipata, i servizi socio sanitari rivolti alle fasce più deboli della popolazione
Due persone in carrozzina spinti dagli accompagnatori e in primo piano una persona anziana
I promotori della Campagna “Trasparenza e diritti” lamentano la mancanza di uniformità nell’offerta dei servizi socio sanitari delle Marche

Sono numeri importanti, e continuano a crescere, quelli delle organizzazioni che hanno aderito alla Campagna Trasparenza e diritti, lanciata lo scorso anno nelle Marche, con la sottoscrizione di un appello – che a suo tempo anche il nostro giornale aveva integralmente ripreso – tramite il quale chiedere alla Regione di applicare la normativa nazionale sui Livelli Essenziali di Assistenza e di regolamentare, in maniera partecipata, i servizi socio sanitari rivolti alle fasce più deboli della popolazione: persone con grave disabilità, soggetti con demenza o problematiche psichiatriche, anziani malati non autosufficienti.
Ad oggi, infatti, sono oltre sessanta le organizzazioni del Terzo Settore aderenti (associazioni di volontariato, di utenti, di promozione sociale, cooperative, operatori), tra cui più di dieci Federazioni Regionali (dal Coordinamento Regionale delle Comunità di Accoglienza alle Centrali delle Cooperative, Federsolidarietà e Legacoop Sociali, dall’Unione delle Istituzioni di assistenza alle più importanti Federazioni delle associazioni dei malati), oltre a una Provincia (Fermo), cinque Comuni (Jesi, Falconara, Senigallia, Ascoli Piceno, Maiolati Spontini), un Ambito territoriale (Jesi) e l’Ufficio del Difensore Civico Regionale.
Nei prossimi giorni, inoltre, si pronunceranno a sostegno della Campagna altri importanti Consigli Comunali – anche alla luce del fatto che sono proprio gli Enti Locali a doversi spesso assumere degli oneri che in base alla normativa sui Livelli Essenziali di Assistenza dovrebbero essere di competenza del Servizio Sanitario – e un proficuo incontro si è avuto con le Segreterie Regionali Confederali e con le Federazioni dei Pensionati, per verificare possibili iniziative comuni.
E tuttavia, nonostante il grande supporto all’iniziativa, i promotori di essa lamentano oggi che dopo un primo incontro avuto all’inizio di ottobre dello scorso anno, con l’assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, il quale aveva riconosciuto le difficoltà presenti e si era impegnato a un primo confronto da realizzarsi entro quello stesso mese, da parte della Regione non vi è più stata alcuna convocazione.

Oltre agli obiettivi generali, già accennati in precedenza, la Campagna Trasparenza e diritti, come si legge in un comunicato, «chiede una regolamentazione dei servizi socio sanitari rivolti alle fasce più deboli della popolazione, in modo che tutti i Cittadini delle Marche abbiano la stessa possibilità di accedere ad opportunità che dovrebbero essere uniformate anche riguardo all’organizzazione, alle figure professionali e ai costi».
«Oggi infatti – prosegue il comunicato – nella nostra Regione, non solo non esiste uniformità di offerta di servizi (domiciliari diurni e residenziali), ma gli stessi presentano importanti difformità di tipo organizzativo a causa di mancate disposizione regionali. In questa situazione, nelle convenzioni che l’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) stipula con i gestori dei servizi, si constata la volontà di ridurre le spese, trasferendole sugli utenti o sui Comuni. E questa è una situazione particolarmente evidente nei servizi residenziali di salute mentale in quelli diurni e residenziali per persone con grave disabilità».
In sostanza, denunciano i promotori della Campagna, la situazione a cui si assiste oggi «è caratterizzata da una discrezionalità che rischia di sfociare nel clientelismo. Intervenire nelle direzioni da noi indicate determinerebbe quindi che in tutto il territorio regionale gli utenti potrebbero avere identiche condizioni di accesso e la possibilità di fruire di quanto hanno bisogno, ovvero di quei servizi obbligatori per legge di cui le persone hanno esigenza e diritto». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Segreteria della Campagna Trasparenza e diritti, grusol@grusol.it.

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