Negli ultimi quarant’anni l’Italia ha visto nascere e consolidarsi il servizio civile, prima rivolto agli obiettori di coscienza al servizio militare e, dal 2001, svolto dai giovani, uomini e donne del Servizio Civile Nazionale, su base volontaria. Circa un milione e 300.000 persone lo hanno realizzato, molte di più avrebbero voluto parteciparvi. I Cittadini residenti nel nostro Paese, soprattutto i più deboli, il patrimonio culturale e artistico, il protagonismo dei giovani ne hanno tratto giovamento.
Le difficoltà incontrate (un finanziamento pubblico incerto e calante, la diversità di visioni fra Stato e Regioni, le differenze rilevanti nell’investimento da parte degli enti) hanno ridotto l’efficacia dell’impatto, ma hanno anche permesso di capire le vie di uscita in positivo.
Promozione della pace in modo non armato e nonviolento, cittadinanza attiva, crescita del capitale sociale e umano della popolazione, a cominciare dai giovani, sono obiettivi comuni dell’Unione Europea e del nostro Paese.
Il servizio civile – istituzione della nostra Repubblica deputata alla difesa civile della Patria, all’educazione alla pace, e all’impegno civico dei giovani, attraverso concrete attività per le comunità – può essere uno degli strumenti principali in questa strategia, se le Istituzioni nazionali e comunitarie decideranno seriamente di farlo proprio, e può contribuire, in un momento di grandi difficoltà per il mondo giovanile, a concorrere al progresso materiale e spirituale della società, come prevede la Costituzione.
Perché questo possa accadere servono, a nostro avviso, alcune scelte che sottoponiamo alle forze politiche che partecipano alle elezioni politiche nazionali 2013:
– Rendere il servizio civile accessibile a tutti coloro che chiedono di parteciparvi, realizzato in forme più flessibili di quella attuale, sia per durata che per organizzazione delle attività e la valorizzazione dei servizi civili regionali promossi in questo decennio.
– Innovare la legislazione nazionale, prevedendo la stabilizzazione dell’impegno finanziario statale e regionale, aprendosi a quello comunitario, fissando procedure di coinvolgimento delle Istituzioni regionali e di Terzo Settore, nella definizione della programmazione pluriennale.
– Rendere effettiva la possibilità di «concorrere, in alternativa al servizio militare, alla difesa della Patria, con mezzi e attività non militari», come previsto dalla legge istitutiva, definendo un parametro chiaro dell’impegno finanziario nel bilancio dello Stato per la difesa civile, attività specifica del Servizio Civile Nazionale, rispetto a quello del finanziamento per la difesa militare, attività specifica delle Forze Armate, anche attivandosi per la costituzione dei corpi civili di pace a livello europeo, così come previsto dal Trattato di Lisbona, sancendo così la pari dignità tra le due forme di difesa della Patria, previste dal nostro ordinamento.
– Collegare il servizio civile, nella finalità di educazione alla pace (attività prevista dalle Linee guida per l’educazione alla pace nelle scuole, emanate dal Governo nel 2007) in modo non armato e nonviolento, al processo di costruzione della sicurezza comune e del concorso dell’Unione Europea alla pace nel mondo, anche incrementando la progettazione di pace nei luoghi di conflitto e lo scambio con giovani di altri Paesi.
– Aprire il servizio civile ai Cittadini stranieri residenti nel nostro Paese.
– Fare della dimensione formativa ed educativa dei giovani, l’identità sostanziale a cui finalizzare le specifiche attività e il percorso di conoscenza delle funzioni delle Istituzioni pubbliche e delle organizzazioni sociali.
– Sviluppare il concorso al finanziamento del Servizio Civile Nazionale da parte delle organizzazioni accreditate, valorizzando le esperienze già esistenti e salvaguardando la titolarità dell’assegno mensile per i giovani da parte dello Stato.
– Innovare la rete delle organizzazioni, di Terzo Settore e pubbliche, chiamate a promuovere le diverse attività, superando gli attuali squilibri di motivazione e investimento.
– Promuovere il riconoscimento dello status di giovane in Servizio Civile Nazionale e la valorizzazione delle competenze, sociali e professionali, acquisite dai giovani durante tale esperienza.
Per aderire all’appello contenuto nel presente testo: Primo Di Blasio (presidente della CNESC), coord.estero@focsiv.it. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: paolascarsi@basicterzosettore.it.