L’Adaptive Rowing diventa Para Rowing

La decisione, infatti, di cambiare nome al canottaggio paralimpico si è avuta durante il Congresso di Copenhagen della Federazione Internazionale di Canottaggio, scelta attuata per meglio comunicare questa disciplina al mondo esterno. Sempre in Danimarca, inoltre, si è deciso anche di aggiungere una nuova barca nel programma dei Mondiali Paralimpici
Silvia De Maria e Daniele Stefanoni
Gli azzurri Silvia De Maria e Daniele Stefanoni, in gara nel canottaggio, alle Paralimpiadi di Londra 2012

Tra le varie modifiche allo Statuto della FISA, la Federazione Internazionale di Canottaggio, discusse il 16 e 17 febbraio, durante il Congresso di Copenhagen, in Danimarca, ve n’è una, assai importante, che riguarda direttamente lo sport praticato dagli atleti con disabilità e che in questo caso coinvolge il nome stesso della disciplina interessata.
Il canottaggio paralimpico, infatti – finora denominato Adaptive Rowing, per l’adeguamento dell’equipaggiamento, “adattato”, appunto, in modo tale da rendere possibile la pratica di questo sport a persone con ogni tipo di disabilità – diventerà Para Rowing, scelta attuata per meglio comunicare questa disciplina al mondo esterno.

Sempre in Danimarca, inoltre, il Congresso della FISA ha deciso anche di aggiungere una nuova barca nel programma dei Mondiali Paralimpici, vale a dire la LTAMix2x, aperta agli atleti iscritti nella categoria LTA (Legs-Trunk-Arms), che percorrono cioè il movimento completo del canottaggio assieme a un atleta accompagnatore. Ciò consentirà alle Federazioni di annoverare un’altra imbarcazione per la categoria Para Rowing.
Bocciata per poco, invece, la proposta di uniformare la distanza del canottaggio paralimpico a 2.000 metri, anziché agli attuali 1.000. I contrari hanno motivato la propria scelta, basandosi sul fatto che quella distanza avrebbe potuto scoraggiare gli atleti ad avvicinarsi alla disciplina – e in particolare a quella del singolo – soprattutto in riferimento alle persone con disabilità più consistenti, che partecipano alle gare con la sola forza delle braccia. (S.B.)

Ringraziamo per la segnalazione Francesca Grilli della Società Canottieri Armida di Torino.

Share the Post: