Un incontro per riformare insieme il welfare lombardo

A chiedere un incontro con il nuovo assessore alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato della Regione Lombardia, sono la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) e le Associazioni che la compongono, per affrontare, in modo condiviso, l’intera materia delle politiche di welfare, in relazione ai diritti di cittadinanza delle persone e delle famiglie con disabilità
Maria Cristina Cantù
Maria Cristina Cantù, nuovo assessore alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato della Regione Lombardia

La LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e nuovo assessore alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato della Regione Lombardia, e le Associazioni di persone e famiglie con disabilità che la compongono, hanno chiesto un incontro in tempi ravvicinati con Maria Cristina Cantù, nuovo assessore alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale e al Volontariato della Regione Lombardia, la cui Giunta si è recentemente insediata.
«Un incontro – si legge in una nota diffusa dalla stessa LEDHA – in cui si possa illustrare la nostra disponibilità, e l’estremo interesse, ad affrontare l’intera materia delle politiche di welfare, in relazione ai diritti di cittadinanza delle persone e delle famiglie con disabilità. In tal senso, auspichiamo che nell’agenda di una non più rinviabile riforma del welfare lombardo, trovino spazio, oltre alle questioni già oggi sul tappeto, in gran parte inerenti la gestione della rete dei servizi esistenti (Fattore Famiglia Lombardo; Sistema di Valutazione Multidisciplinare del Bisogno; Costi Standard; Finanziamento del Sistema Sociosanitario e Socio-Assistenzale; Valutazione sugli Esiti delle Sperimentazioni ecc.), anche i temi più cari al nostro movimento associativo, in parte previsti dal Piano di Azione Regionale (PAR) sulla Disabilità, ma mai seriamente affrontati. E ci riferiamo in particolare alle proposte sull’attivazione di un reale sistema di presa in carico globale, che promuova la vita indipendente e lʼinclusione sociale delle persone con disabilità, ma anche alla valorizzazione del territorio, del ruolo dei Comuni e delle organizzazioni sociali, che oggi si trovano in posizione subalterna nell’implementazione del welfare sociale regionale».

La LEDHA, inoltre, si unisce alle preoccupazioni rilanciate nei giorni scorsi anche dal Forum del Terzo Settore Lombardia, rispetto a due provvedimenti assunti dalla Giunta Regionale Lombarda negli ultimi giorni della passata legislatura (DGR 4879 del 21 febbraio scorso e DGR 4980 del 7 marzo scorso), nei quali vengono ravvisati «elementi di forte condizionamento del sistema dei servizi alla persona e delle politiche rivolte alle persone con disabilità». «Si tratta – secondo la Federazione – di provvedimenti di vera e propria riforma del sistema, senza che vi sia stato alcun tipo di confronto preventivo, salvo alcuni aspetti di carattere tecnico. In particolare, riteniamo che la previsione della conversione di posti RSA [Residenze Sanitarie Assistenziali, N.d.R.] non occupati, per rispondere alle liste di attesa di RSD e CSS [rispettivamente Residenze Sanitario-Assistenziali per Persone con Disabilità e Comunità Socio-Sanitarie, N.d.R.], sia lesiva della dignità delle persone con disabilità, mentre altri aspetti, come ad esempio la previsione di criteri di appropriatezza delle prestazioni rese nei servizi sociosanitari identici sia per la rete dei servizi per persone anziane che per la rete dei servizi rivolti a persone con disabilità, appaiono del tutto inadeguati a valutare l’appropriatezza delle prestazioni che hanno finalità del tutto diverse (inclusione sociale, promozione del protagonismo della persona, e non solo cura e assistenza)».
«Un insieme di valutazioni e preoccupazioni – conclude quindi la LEDHA – che ci portano a condividere pienamente le posizioni del Forum del Terzo Settore Lombardia, per chiedere la revoca o almeno la sospensione dell’efficacia di questi provvedimenti, come segno di attenzione delle osservazioni che provengono dal territorio, ovvero dal luogo dove le persone vivono e subiscono, nel bene e nel male, gli effetti delle decisioni istituzionali». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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