Ma le persone non sono scomparse!

«In questo momento – scrive Franco Bomprezzi – anche volendo protestare, non si saprebbe neppure come e con chi prendersela. Ma se tra i temi “scomparsi” di questo convulso periodo politico e sociale, sembra proprio vi sia anche quello della disabilità, le persone, quelle no, non sono proprio scomparse!»

Sagomine di persone unite e sagomina di persona in carrozzina staccata dagli altriLe convulsioni nelle quali si dibatte il Parlamento alle prese con la lunga fase di gestazione del nuovo Governo, che prima o poi vedrà la luce, stanno comportando danni collaterali ingenti. Uno di questi è la sparizione dei temi riguardanti, fra l’altro, la disabilità.
Vale la pena leggere con attenzione l’appello dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), a partecipare, il 7 aprile, alla VI Giornata Nazionale dedicata alla disabilità intellettiva e/o relazionale: «Durante tutta la Giornata, le varie Associazioni ANFFAS renderanno partecipe l’opinione pubblica delle tante attività svolte sul territorio nazionale, dimostrando come le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale – nonostante gli stereotipi, i pregiudizi e le discriminazioni – possano essere Cittadini attivi, in tutto e per tutto, sfatando così il terribile e negativo stigma di “peso per la comunità”».

“Peso per la comunità”: è questo il giudizio condiviso, più meno consapevolmente, da una larga parte dell’opinione pubblica. Cambiare questo stereotipo è come scalare l’Everest in sedia a rotelle. Non ci riusciamo. Nell’inerzia e nel vuoto della politica, si impone ancora la cronaca di polizia giudiziaria, da Napoli, degli arresti per le truffe delle false invalidità civili. La cultura del sospetto, del moralismo, della convinzione che siamo tutti “ladri, profittatori, furbetti”, trova sempre nuova linfa.
Ovvio che le forze dell’ordine e la magistratura facciano bene a sgominare bande organizzate di truffatori, ma non è questa la realtà dei milioni di persone con invalidità vera, che attendono invece la soluzione concreta di problemi reali, determinati in larga misura dall’insufficienza delle risorse e dalla cattiva organizzazione dei servizi.

Nessuno, in questi giorni, mi pare abbia notato come, ad esempio, il ritardo nella decisione del Governo rispetto alla restituzione alle aziende dei crediti che vantano nei confronti della pubblica amministrazione riguardi anche il mondo della disabilità, visto che tocca aziende fornitrici di servizi e di ausili alle ASL. È persino un mondo negletto di attività produttive, piccole e medie imprese italiane, spesso nate attorno all’esperienza personale e poi cresciute per dare risposta a esigenze reali di qualità della vita delle persone con disabilità.
Nessuno sembra accorgersi che molto spesso i prezzi praticati dalle aziende di ausili al servizio pubblico sanitario, in convenzione, sono più elevati del dovuto, proprio perché già si mette nel conto il ritardo biblico nei pagamenti, se non addirittura l’incertezza del pagamento stesso.
Nessuno parla della disabilità come di un mondo che richiede professionalità, lavoro, competenza, e che può produrre ricchezza, benessere, innovazione, sostenibilità sociale, modelli organizzativi interessanti per il cambiamento. No, si preferisce pensare solo in termini di carico assistenziale, di spesa sociosanitaria, di deficit, di “peso per la comunità”.

Gli amici dell’ANFFAS hanno fatto benissimo a riempire le piazze di dignità, di idee, di speranze, di progetti. Tanto più che adesso, anche volendo protestare, non si saprebbe neppure come e con chi prendersela. Se i problemi sembrano scomparsi, le persone, quelle no, non sono scomparse!

Direttore responsabile di «Superando.it».

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