Oltre al welfare, tradita anche la dignità

Alcune riflessioni su un Governo Regionale, come quello dell’Abruzzo, che non solo sembra del tutto disinteressato ai problemi sempre più gravi del sociale, ma i cui rappresentanti si rifiutano di scendere in piazza, a incontrare le persone con disabilità, impossibilitate a salire nel palazzo pubblico a causa di un montascale non affidabile…

Viso di uomo con mano sul volto ed espressione di sconfortoL’8 aprile scorso, davanti al palazzo del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, a Pescara, vi è stata una manifestazione dei Sindaci dei piccoli paesi contro il taglio dei fondi al sociale operato dalla Regione. Operato e voluto dalla Regione, vale la pena ripeterlo, perché da troppi anni, ormai, uno dei principali alibi dei politici regionali abruzzesi è rappresentato dal fatto che i tagli sono stati effettuati dal Governo Nazionale, cosa di per sé vera; ma allora perché in altre Regioni hanno scelto l’integrazione, aumentando i propri fondi regionali e in Abruzzo no?
La scelta politica del passato Governo Nazionale [il riferimento è al Governo Berlusconi, N.d.R.] – per altro condivisa dal Governo abruzzese, dello stesso orientamento politico – è stata quella di azzerare sostanzialmente i fondi sociali, giustificando ciò con il “federalismo fiscale”, sempre da loro voluto, per il quale dovrebbero essere le Regioni a pensarci da sole. Ma perché al Governo della Regione Abruzzo importa poco o punto del sociale? Perché, pur avendo una quarantina di milioni di euro di avanzo sul Bilancio 2012, un Assessore in particolare si è rifiutato di dedicarne una piccola parte alle persone non autosufficienti (“cittadini di serie B”) abruzzesi, giustificandosi col fatto che egli aveva promesso, in campagna elettorale, di tagliare le tasse e preferiva perciò restituire pochi spiccioli ai Cittadini di tutta la Regione?

Fatto sta che i disabili gravi abruzzesi sì, quelli intubati in un letto, o quelli che hanno bisogno di chi li lavi o li imbocchi, o quelli mentali pericolosi per sé e gli altri – a breve non avranno più assistenza e saranno, come al solito, abbandonati alle braccia delle solite donne “schiave di famiglia”, mentre centinaia di lavoratori del settore assistenziale saranno sul lastrico. E tutti gli altri abruzzesi, con quegli “spiccioli” di cui si è detto, restituiti dal Governo Regionale, stanno andando a folleggiare in un’orgia di spese folli, nei negozi, negli outlet e negli ipermercati. Come? Non ve ne siete accorti? Non li avete visti? Beh, 40 milioni di euro restituiti a tutti i Cittadini abruzzesi dovrebbero fare schizzare tutte le percentuali in su, in controtendenza sui dati nazionali… Oppure no? Lo giudichino i Lettori.

E in ogni caso, l’8 aprile la Giunta Regionale, in riunione, era stata avvisata che, insieme ai Sindaci che manifestavano, c’erano anche rappresentanti dell’utenza, naturalmente disabili che non potevano salire in delegazione, perché il montascale all’ingresso del palazzo non è affidabile. Essi, quindi, hanno chiesto gentilmente loro di scendere fuori, visto anche il bellissimo sole primaverile che li avrebbe accolti, ma la risposta è stata di netto e categorico rifiuto.
Solo alcune piccole considerazioni: sia i componenti della Giunta, sia i Sindaci – tranne forse qualche rarissima eccezione – non vivono il problema né direttamente né personalmente e perciò, ancora una volta, le vittime delle loro scelte e decisioni sono tagliate fuori e non hanno alcuna voce in capitolo. Ma il comportamento di chi, con una… vogliamo definirla “presunta arroganza”?, assume questi atteggiamenti, quale dignità lede?

Camillo Gelsumini è presidente della UILDM di Pescara-Chieti (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). Nicolino Di Domenica è responsabile del Movimento per la Vita Indipendente dell’Abruzzo e vicepresidente dell’AIAS (Associazione Italiana Assistenza agli Spastici) di Lanciano (Chieti).

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