È stato presentato nei giorni scorsi – in occasione della Giornata Nazionale della Persona con Lesione al Midollo Spinale del 4 aprile – un progetto di Pet Therapy (“terapia con gli animali” o “zooterapia”), avviato il 6 aprile presso l’Istituto di Riabilitazione Montecatone di Imola (Bologna) e che si concluderà presumbilmente nel mese di settembre prossimo.
Alla conferenza stampa organizzata per l’occasione, hanno partecipato Paolo Strazzari, vicesindaco di Dozza (Bologna) e responsabile politico del Tavolo Malattie Evitabili del Piano di Zona del Nuovo Circondario Imolese; Andrea Rossi, direttore del Distretto di Imola e responsabile tecnico del Tavolo stesso; Geremia Dosa, medico veterinario responsabile della Sanità Animale nell’Azienda USL di Imola; Maurizio Barelli, presidente onorario del CSI di Imola (Centro Sportivo Italiano); Orianna Monti e Roberta Vannini, rispettivamente direttore del Programma Vita Indipendente e fisioterapista dell’Istituto Montecatone; Marina Casciani e Alessandra Santandrea dell’Associazione Cinofila e di Promozione Sociale ChiaraMilla di Santa Maria Codifiume (Ferrara), insieme a Lulù, il cane meticcio di Alessandra.
Ideato nel 2009 all’interno del Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale del Nuovo Circondario Imolese, il progetto rappresenta la parte conclusiva di uno studio osservazionale che negli anni scorsi ha visto coinvolte persone con disabilità ospiti a Imola del Centro Diurno Casa Azzurra e del Centro Don Commissari e alcune persone anziane delle Case di Residenza per Anziani Non Autosufficienti CRA di Via Venturini e Cassiano Tozzoli.
La realizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione dei vari enti rappresentati durante la conferenza stampa, vale a dire il Nuovo Circondario Imolese, l’Azienda USL di Imola, l’Istituto Montecatone, il Comitato di Imola del CSI e l’Associazione ChiaraMilla, oltreché, naturalmente, a un finanziamento proveniente in parte da fondi regionali e in parte dal Nuovo Circondario Imolese.
«Sono lieto – ha dichiarato in apertura Paolo Strazzari – di presentare pubblicamente questo progetto la cui realizzazione ben rappresenta le attività svolte dal nostro gruppo, volte sia alla prevenzione che alla sperimentazione di nuove modalità, che portino a un miglioramento della qualità della vita e del benessere dei nostri Cittadini». E in effetti diversi studi hanno oramai dimostrato l’utilità delle cosiddette “Attività e Terapie Assistite con Animali” – Pet Therapy, appunto – per migliorare la qualità della vita, attraverso la presenza e l’interazione con animali. Gli effetti benèfici sono in parte basati sullo sviluppo dei sentimenti e delle emozioni che trovano la loro origine nella relazione tra la persona e l’animale; in alcuni casi, poi, l’attività con l’animale è mirata anche a rinforzare l’azione riabilitativa, secondo le indicazioni del terapista; e addirittura l’animale, se correttamente formato, può, per alcune persone, diventare un supporto quotidiano utile a migliorare l’autonomia.
«Con il termine Pet Therapy – ha spiegato Andrea Rossi – si intende generalmente una terapia basata sull’interazione uomo-animale, che integra, rafforza e coadiuva quelle convenzionali: non è quindi una terapia alternativa e a sé stante, ma una co-terapia che affianca quelle in corso. Lo scopo è quello di facilitare i compiti assistenziali, clinici e terapeutici delle diverse figure sanitarie, soprattutto nei casi in cui sia necessario stimolare un’adeguata collaborazione da parte del paziente. La presenza di un animale permette infatti di consolidare il rapporto emotivo con il paziente e, per suo tramite, di stabilire un canale privilegiato di comunicazione, stimolando il protagonismo e la partecipazione attiva del paziente stesso».
Nel corso del tempo, si sono accumulate numerose evidenze di efficacia in favore della Pet Therapy, che trova oggi applicazione in svariati settori socio-assistenziali, tra i quali case di riposo, ospedali e comunità di recupero. È infatti esperienza comune il fatto che prendersi cura di un animale calma l’ansia, trasmette calore affettivo e aiuta a superare lo stress e la depressione. In altre parole, la terapia con gli animali, basandosi sulle interazioni positive del rapporto uomo-animale, consente di ottenere un miglioramento rispetto a vari disturbi della sfera fisica, motoria, psichica, cognitiva o emotiva, e può quindi essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie, con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo.
«Anche nel nostro Paese – ha aggiunto Rossi – e anche a livello normativo, vi è stata una crescente attenzione prestata alla Pet Therapy, che ha contribuito a conferire ad essa maggiore dignità scientifica e procedurale. La regolamentazione normativa di questi interventi, infatti, ha contribuito a svincolare tali esperienze dal “fai da te”, che per molto tempo ha caratterizzato la natura delle attività svolte, impedendo spesso di coglierne l’autentico valore. E va anche ricordato che – del tutto recentemente, vale a dire il 26 marzo scorso – l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna ha deliberato alcune modifiche alla Legge Regionale 5/05 sul benessere animale. Tra queste disposizioni integrative, non è passata inosservata l’intenzione di “promuovere la conoscenza, lo studio e l’utilizzo di nuovi trattamenti di supporto e integrazione delle cure clinico-terapeutiche, effettuate in affiancamento alle terapie di medicina tradizionale, con impiego degli animali” (articolo 4 bis) e l’impegno a predisporre delle linee guida di riferimento. Il progetto presentato oggi rientra a pieno titolo sotto questa indicazione».
È quindi intervenuto il medico veterinario Geremia Dosa, che ha spiegato il ruolo di questa figura professionale all’interno del progetto, volto a tutelare la salute dei cani coinvolti, sia perché essi vengono inseriti in strutture sanitarie, sia perché questa attività per i cani è comunque un “lavoro”, che li sottopone a uno stress intenso. Dosa ha anche spiegato la scelta del cane per le attività svolte nell’ambito del progetto imolese.
«Il cane – ha dichiarato – è un animale duttile, capace di alta interazione sociale e di facile gestibilità, si presta a interagire con l’uomo in diversi modi: piacevole alla vista, interattivo nella relazione, stimola l’esercizio del corpo e della mente. Inoltre, lo sviluppo dei sensi dei cani è complementare a quello dei sensi dell’uomo: i sensi più affinati in questo animale sono l’olfatto e l’udito, ciò che, unito alla capacità di lettura della comunicazione posturale, consente ad esso di avvertire segnali che sfuggono ampiamente alla nostra percezione».
Soddisfazione, quindi, è stata espressa anche da Maurizio Barelli del CSI, che ha ripercorso tutto il progetto, sottolineando come esso abbia posto al centro al centro i diritti delle persone con disabilità e gli ottimi risultati già ottenuti nelle precedenti esperienze.
A Montecatone l’iniziativa coinvolgerà piccoli gruppi di pazienti con lesione midollare, cui gli operatori dell’Associazione ChiaraMilla – presenti ogni sabato nella struttura – proporranno diverse attività di Pet Therapy, preferibilmente nel parco, ma anche in spazi interni, qualora le condizioni del tempo non permettano di stare all’aperto.
Come ha spiegato Orianna Monti, «il progetto è stato accolto con entusiasmo dalla Direzione della struttura, che è sempre estremamente impegnata a garantire nel corso del ricovero tutte le opportunità per riattivare nei pazienti la voglia di tornare a una vita attiva e relazionalmente ricca».
«I gruppi di pazienti – ha ricordato poi Roberta Vannini –, selezionati dall’équipe riabilitativa, saranno composti da persone al primo ricovero e da persone con lesione midollare residenti nel Circondario Imolese, in modo da garantire la frequenza al laboratorio per sei-sette settimane consecutive». «In realtà – ha sottolineato – non ci è stato difficile trovare persone disponibili alla sperimentazione, perché l’interesse è stato altissimo fin dalla prima presentazione del progetto».
Come già detto, le attività nella struttura imolese saranno condotte dagli operatori di ChiaraMilla e dai cani di tale Associazione. Del gruppo farà parte anche Alessandra Santandrea [se ne legga già anche nel nostro giornale, N.d.R.], già ricoverata a Montecatone a seguito di una lesione midollare e co-autrice (insieme a Marina Casciani) del libro La sedia di Lulù (Itaca, 2011), in cui ha raccontato l’importanza del legame con il suo cane da supporto Lulù, all’interno del percorso di post-dimissione.
Per Alessandra tornare a Imola come operatrice di Pet Therapy è molto importante. «Durante il mio ricovero a Montecatone – ha spiegato – ho partecipato a un corso di Pet Therapy da cui è nata la volontà di prendere finalmente il cane che avevo sempre desiderato. E una volta tornata a casa, Lulù è stata fondamentale per spingermi a tornare alla vita attiva. Prendersi cura di un animale è molto importante».
Marina Casciani, infine, ha spiegato che i cani che svolgono questa attività sono cresciuti fin dai primi giorni per essere preparati ad essa e che nelle attività di Pet Therapy sono sempre gli operatori che conducono i cani nell’attività. (C.C.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: corsolini@montecatone.com.
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