Dopo molti anni di felice collaborazione, gli amici di «Superando» mi propongono, bontà loro, di tenere una sorta di rubrica fissa, da “nutrire” un paio di volte alla settimana, basata su interviste a “famiglie con disabilità” e al resto del mondo che gravita attorno a loro.
No, non ho sbagliato a scriverlo e voi avete letto giusto: è infatti il “resto del mondo” che gravita attorno alle famiglie con disabilità e non il contrario. Perché la famiglia con disabilità è la “cellula base” della società, la realtà estrema svuotata di ogni orpello, il principio dell’organizzazione sociale che opera nell’ambiente più avverso possibile. Dalla famiglia con disabilità, quindi, si costruisce il resto del mondo.
Vi sono famiglie con disabilità costituite dalla sola persona disabile – ma che pensa, si organizza e agisce come una famiglia -, che sceglie la vita indipendente e vive del proprio coraggio; oppure famiglie con disabilità composte da una madre e da un bimbo disabile, famiglie con disabilità “miste” – ove i figli senza e con disabilità rappresentano l’oggi e il domani – e anche famiglie con disabilità che sopravvivono oltre la propria esistenza fisica, nel cosiddetto “dopo di noi”. Il resto del mondo – almeno del mondo che interessa a noi – ruota attorno a queste famiglie.
Sarà allora cosa utile e meritevole ascoltarle, conoscerle, interrogarle, partecipare ai loro bisogni e alle loro speranze.
Degli atti di eroismo e delle tragedie di queste famiglie, si occupano spesso gli organi d’informazione, sovente distorcendo la realtà, alla ricerca di un sensazionalismo esasperato. Noi invece (credevate potessi farlo da solo? Pensavate di poter essere dei Lettori “inerti”?) ci occuperemo dell’esistenza quotidiana di questi nuclei sociali fondamentali, di cosa fanno e di cosa vorrebbero fare.
Faremo della strada assieme, cioè viaggeremo con loro. Nel loro habitat ideale: la società inclusiva.
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