Soddisfazione per quella Sentenza sui progetti individuali

È quella Sentenza del TAR della Calabria - cui abbiamo già dedicato un ampio approfondimento - che ha sancito il diritto di una persona con disabilità a vedere redatto dal proprio Comune, in maniera adeguata, il progetto individuale di vita, previsto dalla Legge 328 del 2000. Un provvedimento definito «epocale» dall’ANFFAS, da tempo in prima linea su questa battaglia

 

Roberto Speziale
Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS

«Siamo estremamente soddisfatti della recente Sentenza emessa dal TAR della Calabria [n. 440/13, N.d.R.], che ha sancito definitivamente il diritto di una persona con disabilità a vedere redatto – in maniera adeguata – dal proprio Comune il progetto globale di vita personalizzato»: così Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), commenta la felice e attesa conclusione della vicenda che aveva visto il Comune di Cassano all’Ionio (Cosenza) negare in un primo momento, a una persona con disabilità, la redazione di un progetto individuale, espressamente previsto dall’articolo 14 della Legge 328/00, per una serie di motivazioni ritenute dal TAR della Calabria oltremodo incoerenti, e successivamente delegare al Distretto Socio-Sanitario la redazione di un progetto, rivelatosi poi del tutto inidoneo e illegittimo e quindi censurato dal TAR stesso [sulla Sentenza di cui si parla, il nostro giornale ha pubblicato un ampio approfondimento, N.d.R.].

«Con questa Sentenza – prosegue Speziale – viene individuato un iter ben preciso che le Pubbliche Amministrazioni dovranno prendere in considerazione per ciò che riguarda le persone con disabilità e la loro presa in carico globale ed è paradossale che ciò avvenga dopo ben quattordici anni dell’entrata in vigore della Legge 328 e solo attraverso un pronunciamento della magistratura».
Con il provvedimento in questione, infatti, il TAR della Calabria ha affermato che attraverso il progetto individuale per la persona con disabilità – stabilito come detto dall’articolo 14 della Legge 328/00 – il Legislatore ha indicato un modello di «presa in carico globale e personalizzata» della persona con disabilità, che trascende dalla previsione di singole prestazioni da erogare o dal semplice «smistamento» della persona con disabilità stessa, all’interno di una serie di strutture e/o servizi già precostituiti e non pensati e riparametrati sulle sue reali esigenze, per garantirne la piena inclusione sociale nel proprio contesto familiare e sociale e quindi la qualità ottimale di vita.
Sin dal 2010 del resto – anno in cui, in occasione della Giornata Internazionale della Disabilità del 3 dicembre, l’ANFFAS aveva lanciato una campagna nazionale di sensibilizzazione sull’attuazione della Legge 328/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, nota anche, al tempo della sua emanazione, come “Riforma dell’assistenza”), che dopo oltre dieci anni dalla sua emanazione era rimasta ancora inapplicata in tante sue parti, soprattutto nelle modalità di presa in carico di una persona con disabilità – l’Associazione ha lavorato per informare sull’importanza e le potenzialità del progetto individuale, dedicando alla questione anche uno spazio ad hoc nel proprio sito. Ora, dopo questa Sentenza ritenuta come “epocale”, che va tra l’altro ad aggiungersi ad altri significativi pronunciamenti in materia, dei quali l’ANFFAS è stata in questi anni partecipe e protagonista, le persone con disabilità e il loro familiari dispongono di un ulteriore strumento per rendere pienamente esigibili i loro diritti.

«Come ANFFAS – conclude Speziale – ci battiamo quotidianamente perché nel nostro Paese si creino condizioni di pari opportunità e di non discriminazione, prediligendo il dialogo con le Pubbliche Amministrazioni deputate al riconoscimento dei diritti civili e umani delle persone con disabilità e alla loro concreta attuazione. In questo caso, oltre al costante lavoro di supporto e di dialogo messo in campo insieme all’ANFFAS di Corigliano Calabro, in una Regione particolarmente disagiata per quanto riguarda la rete integrata dei servizi, ma assolutamente sovrapponibile alla maggior parte delle Regioni d’Italia, ci si è visti costretti ad adire le vie giudiziarie e per questo un nostro ringraziamento va anche ai legali vicini alla nostra Associazione. Ma il più grande ringraziamento va alla persona con disabilità protagonista della vicenda e alla sua famiglia, che hanno voluto con determinazione combattere fino in fondo questa sacrosanta battaglia, anche a beneficio di tutte le altre persone con disabilità». (R.S.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

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