Oltre ad invitare i candidati a Sindaco a promuovere almeno un dibattito pubblico sul tema della cittadinanza delle persone con disabilità e delle loro famiglie, la FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – nell’àmbito dell’elaborazione dei programmi delle diverse forze politiche coinvolte nella campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale di Roma (26 e 27 maggio) – sottopone all’attenzione di tutti alcuni spunti di riflessione, con l’auspicio che essi possano essere successivamente utilizzati, in sede di esercizio dell’attività consiliare e di gestione della città. Li riceviamo e ben volentieri li pubblichiamo.
Dall’avvio della Repubblica, la nostra città ha avuto il duplice ruolo di vetrina nazionale delle buone pratiche e di comunità solidale allargata. Questa vocazione di “città del mondo” dovrebbe caratterizzarne la classe dirigente e i contenuti programmatici che essi esprimono.
La FISH Lazio (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) vuole fornire il suo contributo positivo, affinché anche questa parte della comunità cittadina [le persone con disabilità e le loro famiglie, N.d.R.] possa essere inclusa e partecipare allo sviluppo di Roma Capitale.
Roma città del mondo può e deve essere un buon esempio di affidabilità solidale, prendendo spunto dalle recenti norme internazionali per la tutela dei diritti delle persone disabili.
Anche il nuovo Statuto, recentemente approvato [7 marzo 2013, N.d.R.], indica nell’articolo 2, comma 11, fra gli obiettivi programmatici, l’impegno di conformarsi al rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità: «…il rispetto della loro dignità, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, l’indipendenza, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società. Tutela, altresì, il loro diritto alla parità di opportunità, alla accessibilità e alla mobilità e favorisce il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità preservando la loro identità».
Un impegno molto importante che richiede la sua traduzione attraverso l’istituzione di un osservatorio capitolino che compari le normative comunali con quelle della Convenzione ONU e, se necessario le adegui, realizzando, fra l’altro, un piano cittadino di azione per l’inclusione delle persone disabili e delle loro famiglie, troppo spesso indirettamente discriminate.
Roma Capitale che sia portavoce dei diritti e promotrice di nuovi strumenti e forme di partecipazione a garanzia della trasparenza nella sua azione, per favorire i princìpi di non discriminazione e pari opportunità.
Anche in questo caso ci riferiamo all’articolo 2 dello Statuto sopra citato il quale prevede che: «Roma Capitale attiva idonei organismi permanenti in occasione dell’elaborazione e dell’adozione degli atti deliberativi inerenti alle problematiche dei cittadini con disabilità».
Un’occasione importante per dare il segno dell’avanguardia nell’impianto dei diritti potrebbe essere l’istituzione dei comitati consultivi misti, già previsti in àmbito sanitario, nei quali le rappresentanze degli utenti, attraverso le loro associazioni, realizzino un effettivo esercizio di controllo della qualità dei servizi ricevuti, acquisiscano dati statistici per l’analisi dei fenomeni e propongano ipotesi di soluzioni, di concerto con l’Amministrazione.
Roma solidale, ovvero una città in grado di rassicurare le persone più fragili, le loro famiglie e fornire loro adeguati servizi e prestazioni, garantendo agli stessi il diritto alla partecipazione nella stesura del piano personalizzato di aiuto, secondo il modello del budget di salute, il quale analizza i vari aspetti della persona durante il suo percorso di vita, sotto il profilo del sostegno educativo, assistenziale, sociosanitario, dei servizi sostitutivi della famiglia, formativo, lavorativo ecc., considerando la persona stessa nel suo complesso, in coerenza con quanto previsto anche dall’articolo 14 della Legge 328/00.
Questo approccio necessita di una profonda discontinuità con le politiche sociali precedenti, troppo tese all’analisi delle prestazioni più che ai risultati. Il tema della non autosufficienza negli ultimi anni ha assunto una centralità molto importante per affrontare le questioni dei cosiddetti “gravi e gravissimi”, molto spesso confusi dal sistema sociale parcellizzato. Argomenti che vedono Roma solidale priva di una Delibera Quadro sui servizi sociali, ad oltre dieci anni dall’approvazione della Legge Quadro in materia.
Roma inclusiva stenta a far partecipare al processo produttivo le persone disabili, che pure molto spesso hanno dimostrato di essere in grado di svolgere il proprio ruolo.
Troppo frequentemente abbiamo assistito in passato all’utilizzo del sistema della convenzione con il Centro per l’Impiego da parte di Roma Capitale e delle sue aziende partecipate, per rinviare l’assunzione di lavoratori disabili. Noi crediamo invece che sia necessario procedere nei modi ordinari all’impiego delle persone disabili, senza discriminare nessuna tipologia di disabilità, e allo stesso tempo promuovere forme e strumenti di sostegno al rispetto della dignità lavorativa, attraverso la sperimentazione dei responsabili della Legge 68/99, anche in collaborazione con le rappresentanze sindacali.
Anche il tema dell’integrazione lavorativa richiede un cambio di passo, per favorire le persone che hanno maggiori difficoltà di impiego e che preferiscono contesti maggiormente protetti. In tale direzione crediamo che vadano tradotte le Delibere incompiute 124/09 e 60/10, inserendo fra gli obiettivi dell’Ente e dei Dirigenti l’affidamento di una quota programmata di servizi in favore delle cooperative sociali integrate, in modo da arrivare nel tempo all’obiettivo previsto.
Roma fruibile ancora non è in grado di favorire l’utilizzo della città a molte persone con disabilità motoria e sensoriale potenzialmente autonome e/o semiautonome, che sia negli spazi collettivi, che nei servizi per la mobilità vedono ancora l’accesso negato.
Nonostante gli sforzi per una futura dotazione di mezzi di trasporto di superficie accessibili, restano ancora molti problemi circa l’accessibilità nelle fermate, servizi di assistenza alla salita e discesa dai mezzi (come prevede la Direttiva Europea).
Crediamo sia necessario prevedere una Delibera che non autorizzi il pagamento della manutenzione stradale senza l’adeguamento all’accessibilità, coinvolgendo le associazioni comparativamente rappresentative in un apposito protocollo di collaborazione.
Roma equa in rispetto del principio di progressività dell’imposizione tributaria in base alle condizioni economiche e sociali, riteniamo necessario un riesame nella tassazione degli immobili (IMU), che vede Roma fra le città con aliquota maggiore. Chiediamo di prevedere l’esenzione della quota comunale prevista per l’abitazione principale, in favore di famiglie con componenti disabili gravi. Allo stesso tempo richiediamo di esentare dall’IMU le abitazioni date in uso gratuito a familiari con disabilità grave, per uso di abitazione principale, e quelle concesse in locazione in favore di nuclei familiari con persone disabili gravi. Inoltre, sia in previsione dell’applicazione della nuova tassa sui rifiuti TARES che riguardo alla TARI [la Tariffa Rifiuti, che a Roma ha sostenuto la TARSU, Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani, N.d.R.], riteniamo utile meglio armonizzare il sistema delle agevolazioni, prevedendo un sistema di esenzioni e/o riduzioni in base al reddito, in favore dei nuclei familiari in cui sia presente almeno una persona con disabilità grave, sia per coloro che sono in locazione che per coloro che hanno in proprietà l’abitazione principale.
Roma urbana si sviluppa ed espande continuamente, creando numerosi metri cubi di alloggi, servizi commerciali ecc. Riteniamo necessaria l’opportunità di prevedere quali opere compensative obbligatorie per il rilascio della licenza edilizia, la costruzione di “alloggi sociali” per la realizzazione di servizi sostitutivi della famiglia, nell’àmbito del cosiddetto “durante e dopo di noi”. Rispetto poi ai provvedimenti di accompagnamento del piano regolatore urbanistico va prevista, in tutti i Municipi, una quota degli “alloggi sociali” di cui in precedenza, in base al numero degli abitanti del territorio. Ciò al fine di realizzare un piano cittadino di residenzialità che vada oltre la logica dell’istituzionalizzazione e dell’impiego di strutture residenziali sanitarie in modo improprio.
Roma città d’Europa ha l’occasione di essere il luogo centrale per la programmazione e realizzazione – con le organizzazioni delle persone disabili – di iniziative per la promozione della cultura delle pari opportunità e non discriminazione in tema di disabilità, sia attraverso l’offerta di momenti di approfondimento (empowerment) fra persone disabili e fra le famiglie, in modo da rafforzare la propria capacità personale. Soprattutto attraverso campagne di comunicazione sociale volte a sensibilizzare la comunità cittadina a una visione positiva della persona disabile. Attività, queste, che possono essere realizzate anche attraverso l’impiego di Fondi Europei.
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap del Lazio.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- La complessità del "Dopo di Noi" e la logica dei diritti «Può esserci ancora la possibilità di abbandonare l’attuale sistema organizzativo dei servizi e, approfittando dell’occasione di attuare la Legge 112/16 sul “Dopo di Noi”, iniziare con coraggio un processo di…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…