«Sembra finalmente avviarsi il dialogo con la Regione Marche»: avevamo titolato così, nel marzo scorso, un nostro articolo, dopo il segnale di disponibilità giunto ai promotori della campagna marchigiana Trasparenza e diritti, che solo qualche giorno prima avevano duramente protestato, lamentando di attendere da ben cinque mesi una convocazione dalla Regione. E invece si trattava, purtroppo, di un “falso allarme”, stando almeno a quanto viene denunciato in questi giorni. Ma andiamo per ordine.
Innanzitutto, va ricordato che la citata campagna era stata lanciata nel giugno del 2012, con un appello ripreso a suo tempo anche dal nostro giornale, tramite il quale si chiedeva alla Regione di applicare la normativa nazionale sui Livelli Essenziali di Assistenza e di regolamentare, in maniera partecipata, i servizi socio-sanitari rivolti alle fasce più deboli della popolazione, ovvero persone con grave disabilità, soggetti con demenza o problematiche psichiatriche e anziani malati non autosufficienti, oltre quattordicimila cittadini che fruiscono di servizi diurni e residenziali, cui se ne aggiungono migliaia di altri, assistiti a casa dai familiari e in qualche caso supportati dai servizi.
All’iniziativa hanno già aderito oltre sessantacinque organizzazioni del Terzo Settore (associazioni di volontariato, di utenti, di promozione sociale, cooperative, operatori), tra cui più di dieci Federazioni Regionali (dal Coordinamento Regionale delle Comunità di Accoglienza alle Centrali delle Cooperative, Federsolidarietà e Legacoop Sociali, dall’Unione delle Istituzioni di Assistenza alle più importanti Federazioni delle associazioni dei malati), oltre a una Provincia (Fermo), sei Comuni (Jesi, Falconara, Senigallia, Ascoli Piceno, Maiolati Spontini, Macerata), un Ambito Territoriale (Jesi) e l’Ufficio del Difensore Civico Regionale.
“Falso allarme”, scrivevamo dunque, dopo avere letto quanto riporta una nota dei promotori di Trasparenza e diritti, che esordisce affermando la propria «difficoltà a trovare parole, per commentare il comportamento della Regione Marche, nella figura dell’assessore alla Salute Almerino Mezzolani e del dirigente del Servizio Salute Pierluigi Gigliucci».
«Dopo infatti che nel marzo scorso – prosegue il comunicato – avevamo denunciato il continuo rinvio da parte della Regione di un confronto sui temi posti dalla Campagna, era arrivata, tramite il citato Dirigente del Servizio Salute, l’immediata disponibilità al confronto. Successivamente, però, c’è stato soltanto un primo incontro interlocutorio, con alcuni dirigenti dell’Assessorato, cui avrebbe dovuto seguire in tempi brevissimi l’incontro con l’Assessore e lo stesso Dirigente del Servizio Salute. E invece l’appuntamento è stato ripetutamente rinviato e non più fissato».
«Si tratta – conclude la nota – di un comportamento ingiustificabile e persino offensivo: parliamo infatti dei problemi quotidiani di migliaia di persone marchigiane non autosufficienti oppure con gravi malattie, che insieme alle loro famiglie chiedono certezze nella fruizione dei servizi domiciliari, diurni e residenziali; parliamo di una platea eterogenea formata da tutti coloro che sono coinvolti nel sistema dell’assistenza socio-sanitaria, che chiedono essenzialmente chiarezza. A quando le risposte? Quanto si dovrà aspettare ancora per avere almeno un confronto?». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Segreteria della Campagna Trasparenza e diritti, grusol@grusol.it.