Piemonte: ripartiranno i progetti di collocamento mirato

La Regione, infatti, ha deciso una nuova proroga e stanziato ulteriori fondi, per portare a termine i progetti di collocamento mirato, unico strumento che può permettere alle persone con disabilità complessa di accedere al mondo del lavoro. Ancora incerta, per altro, resta la situazione rispetto alla definizione dei nuovi criteri riguardanti il Fondo Regionale Disabili
Protesta davanti all'Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, 16 maggio 2013
Un’immagine della protesta davanti all’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte

«A fine giugno – aveva denunciato nelle scorse settimane a Torino il Gruppo Genitori per il Diritto al Lavoro delle Persone con Handicap Intellettivo – scadrà la proroga concessa dalla Regione Piemonte per portare a termine i progetti di collocamento mirato, unico strumento per permettere alle persone con disabilità complessa di poter avere qualche speranza di essere collocate al lavoro, e nonostante i continui solleciti da parte delle associazioni di tutela delle persone con disabilità, dei sindacati, degli enti di supporto al collocamento mirato e delle famiglie, l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte non ha ancora deliberato i criteri di accesso e di ripartizione del Fondo Regionale Disabili, scaduto il 31 dicembre 2012».
Il collocamento mirato, lo ricordiamo, viene definito dall’articolo 2 della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), come «quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione».
Il Gruppo da cui era partita la denuncia, dunque – aderente al Coordinamento Sanità e Assistenza fra i Movimenti di Base, e nato a suo tempo per rappresentare le famiglie delle persone con handicap intellettivo, che da anni attendono un lavoro per il proprio figlio – aveva annunciato una manifestazione di protesta, di fronte all’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, come avevamo riferito anche nel nostro giornale.

Almeno una trentina, quindi, sono stati i genitori e i rappresentanti di diverse associazioni di tutela della disabilità, che hanno partecipato all’iniziativa e una delegazione di essi è stata ricevuta da Giuliana Fenu, dirigente del Settore Fasce Deboli dell’Assessorato Regionale, che ha informato della decisione di una nuova proroga dell’attuale programmazione, sino alla fine dell’anno, con l’aggiunta di un finanziamento di 3 milioni e mezzo di euro. La buona notizia è perciò che i progetti di collocamento mirato potranno ripartire al più presto.
«Per quanto riguarda invece la delibera sui nuovi criteri – spiega Emanuela Buffa, coordinatrice del Gruppo Genitori – la funzionaria è stata piuttosto vaga, adducendo il ritardo alla delicatezza della materia che si inserisce nel più ampio riordino dei servizi di collocamento e del mercato del lavoro e che coinvolge più soggetti che devono trovare un accordo. La speranza è che ciò possa avvenire entro l’estate».
«Da parte nostra – conclude Buffa – oltre a chiedere di essere consultati sulla parte che riguarda il funzionamento del Fondo Regionale Disabili, prima che la delibera venga licenziata per l’approvazione del Consiglio Regionale, saremo impegnati, insieme alle altre associazioni che ci stanno sostenendo, a monitorare la situazione e ad intervenire come sempre, per tutelare il diritto al lavoro delle persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: emanuela.buffa@tiscali.it.

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