Partito una decina di giorni fa per il Messico, Nicola Dutto è in piena fase di allenamento, nel deserto ove si disputerà nei prossimi giorni la Baja California. Il pilota cuneese è alla sua settima partecipazione alla Score International, valevole per il World Championship of Desert Racing, ovvero il campionato mondiale delle corse nel deserto di motociclismo. Gareggerà per la prima volta in sella a una KTM 500 Exc, allestita con i comandi al manubrio, sellino avvolgente e roll-bar di protezione per le gambe. La manifestazione inizierà il 30 maggio, mentre la gara vera e propria si correrà il 1° e il 2 giugno, con partenza ed arrivo a Ensenada, nella Baja California, in Messico.
Dutto – di cui abbiamo avuto già più volte occasioni di occuparci nel nostro giornale – è, lo ricordiamo, il primo pilota professionista di off-road paraplegico, a livello mondiale, e in questa occasione parteciperà a una gara difficilissima anche per i migliori piloti di enduro “normodotati”. La Baja 500, infatti, é una corsa di oltre 800 chilometri no-stop nel deserto, senza un attimo di pausa, con soste solo per i rifornimenti di carburante.
Alla partenza per questo importante appuntamento non ha nascosto la sua emozione: «La tensione c’è, è inutile negarlo – ha detto – ma svanirà appena arriverò nel deserto. Sarà una gara difficilissima, ma io sono pronto sia a livello fisico che psicologico. Il mio obiettivo è arrivare sino in fondo: infatti, giungere al traguardo in una gara così sarebbe un grande successo».
Da dire infine che Dutto sarà l’unico italiano e che gareggerà tra piloti professionisti proventi da quindici nazioni, oltreché da trentacinque stati appartenenti agli USA. Con lui in gara, nel ruolo di “uomo ombra”, il pilota di enduro Massimo Ravetta, pronto ad assisterlo quando si dovrà fermare per i rifornimenti. Nicola ha voluto anche esprimere la sua gratitudine per chi ha creduto in lui e in questo progetto «Ringrazio in primis Angelo Crippa, amministratore delegato di KTM Italia, per il suo fondamentale supporto e i miei sponsor storici Scorpion Bay, MG e Valvoline. Mi sono preparato per questo appuntamento con il massimo impegno, curando ogni dettaglio. Ho svolto allenamenti intensi sia in moto assieme a Massimo Ravetta, che in palestra e in piscina con Enzo Maldari, che in passato era stato il mio maestro di arti marziali e che ora mi ha aiutato molto per la preparazione atletica. Rivolgo un pensiero anche al mio staff, agli amici e ai tifosi che mi sosteranno dall’ Italia».
Qui di seguito diamo spazio alle parole con cui Simone Fanti ha recentemente raccontato la “sfida” di Dutto, nel blog InVisibili di «Corriere della Sera.it». (M.G. e S.B.)
«Difficile non voler bene a Nicola Dutto e non tifare per lui. Sarà per quel comportamento un po’ guascone che lo spinge di gara in gara con il sorriso sul volto. Sarà per quella passione, di una vita, che lo lega anima e corpo alla motocicletta. Sarà che Nicola è il portabandiera della disabilità italiana nella gara motociclistica Baja 500 California che si terrà il 1° e il 2 giugno a Ensenada in Messico. Dutto sarà il primo pilota professionista paraplegico da enduro che parteciperà a una competizione estenuante anche per le persone normodotate. Il percorso no-stop, infatti, si snoderà per 800 chilometri nel deserto, dodici-tredici ore di corsa continua e qualche sosta solo per fare rifornimento. Così Nicola si è lanciato in questa nuova avventura valevole per il Mondiale Desert Race, il mondiale di motociclismo di corsa nel deserto.
Forse è utile ricordare – anche brevemente – chi sia Nicola Dutto. È innanzitutto un motociclista professionista che a causa di un incidente in moto nel 2010 è rimasto in sedia a rotelle. Ma questo non ha frenato il suo spirito. Oggi corre a bordo di una moto modificata, una KTM 500 con cambio sul manubrio e roll bar per la protezione delle gambe, sulle piste di enduro “stile Dakar”: percorsi massacranti di centinaia di chilometri tra deserti di pietre, guadi e sterrati.
Dietro di lui, per aiutare il pilota in ogni evenienza, l’amico e “pilota-ombra” Massimo Ravetta. Ma anche così i rischi non mancano: “Nel portare a termine come apripista la prova dell’Italian Baja a Pordenone [gara in cui tre anni fa Dutto ebbe l’incidente e che a marzo del 2013 ha portato a termine, N.d.R.], mi sono accorto di come un cambio di traiettoria di appena venti centimetri possa cambiare la vita”, ha raccontato Dutto.
Ad accoglierlo e a spingerlo al traguardo in Messico ci saranno anche i 200.000 spettatori. Una persona con disabilità che corre contro i normodotati certo non può che attrarre l’attenzione e l’affetto del pubblico. E anche quella degli organizzatori che non si sono fatti alcun problema a includerlo nella competizione. “Anzi ne sono stati molto felici – commenta Dutto -, è bastato fare la licenza sportiva internazionale per essere iscritto come gli altri corridori”».
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Marianna Giannoni (ufficiostampa@nicoladutto.com).